Agli inizi del 1979 sulle pagine del (quasi) unico mensile che al tempo si occupava di rock e neo derivati sventolava abbastanza frequentemente la bandiera del caro e vecchio sud americano.
Nonostante i ritmi frenetici della vita moderna, che per fortuna in provincia lo son di meno che nelle realtà metropolitane, capitano ogni tanto delle occasioni per poter staccare da tutto e poter vivere momenti in cui vince o la musica, o la poesia, o il piacere di stare con degli amici, o la
Con tutta la musica che è stata prodotta e registrata nell’ultimo secolo è possibile trovare qualcosa, qualcuno capace di stupirci o di proporci qualcosa di nuovo?
Nel pieno della bufera Grunge datata primavera 1992, un paio di dischi più degli altri accompagnavano le mie giornate parzialmente occupate dagli obblighi militari: “Non such” degli Xtc (sensazionale a dir poco) e “Let me come over” terzo disco dei Buffalo Tom bravi a
Concerto di Caparezza al Tendastrisce che per me come location è una novità, abituato al Circolo degli Artisti, ad ogni modo puntuale come uno svizzero mi trovo al botteghino e ritiro il mio pass per accedere al sottopalco dove già si sono piazzati i colleghi fotografi (e lo dico con umiltà essendo solo
1 Marzo 1998: il concerto milanese tenuto ieri sera da Mark Eitzel al Tunnel di Milano e l’uscita del suo nuovo disco dal chilometrico titolo (di Elvisiana memoria) mi sembrano un buon motivo per scrivere qualcosa con e su Mark Eitzel.