PIETRO COCCIOLI – l’ultimo viaggio del MOBY PRINCE

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PIETRO COCCIOLI: L’ULTIMO VIAGGIO DEL MOBY PRINCE

 

Per non dimenticare la tragedia, nel ventennale ricorrente il 10 aprile, il cantautore milanese regala il ricavato della vendita di una sua canzone all’associazione Moby Prince (www.mobyprince.it) che cerca di portare un raggio di luce sul buio della vicenda.

 

 

Ho conosciuto di persona Angelo Chessa – dice Pietro Coccioli – uno dei due figli del Capitano e sono rimasto colpito dall’entusiasmo e dalla voglia di partecipare a questo mio progetto. Una canzone, in fondo cosa vuoi che sia se non tre minuti di musica e parole. Ma se poi l’ascoltassero migliaia di persone? Questo progetto è autoprodotto e nasce puro. Non inquinatelo e, se invece avete capito quello che ho capito io immaginandomi di essere su quella nave in quella notte maledetta sostenete l’iniziativa, leggete e scrivete su Moby Prince. Ascoltate la mia canzone e fatela ascoltare ai ragazzi che la proietteranno nel futuro per non dimenticarci di 140 uomini come noi”.

 

La canzone sarà presentata sabato 9 aprile al Nuovo Teatro Delle Commedie di Livorno, in apertuta dello spettacolo “Moby 451” prodotto da Muse (www.associazionemuse.it) , diretto da Elena Lah e Duccio Agresti, realizzato in collaborazione con L’associazione 10 Aprile dei familiari delle vittime, col patrocinio di moltissime regioni italiane, enti e associazioni (locandina in allegato)

 

IN VENDITA SU

www.pietrococcioli.it



LA VICENDA

10 aprile del 1991, Livorno.

Dalla banchina si stacca lentamente Moby Prince il traghetto dalla moby lines direzione Olbia. Ore 22.00.

Non c’è luna,ed il cielo ed il mare sono scuri, ma non c’è nebbia. Il mare calmo. A bordo 65 uomini dell’equipaggio sotto gli ordini del comandante Ugo Chessa e 75 passeggeri: 140 vite in viaggio verso la Sardegna. La nave è l’ammiraglia della compagnia, ed alle ore 22.03 molla gli ormeggi per la traversata, ma poco dopo essere uscita dal porto va ad impattare con la prua contro la petroliera Agip Abruzzo, ancorata fuori dal porto squarciando la cisterna numero 7 contenente 2700 tonnellate di petrolio che si riversano su Moby Prince incendiandolo.

140 vittime.

I soccorsi partiti con inspiegabile ritardo, il processo conclusosi attribuendo come unica colpa la nebbia (inesistente) e la responsabilità del comandante che non era ai posti di comando.

Questo è quello che sarebbe comodo farci pensare, ma la verità è ben diversa..

 

 

LA CANZONE

La canzone descrive i momenti della partenza in quella sera calda di primavera che preannunciava la fine della guerra del golfo persico (il mattino seguente), e fa chiaramente intuire che le cause dell’impatto non sono la nebbia per altro inesistente ne la negligenza del suo comandante Ugo Chessa, 54 anni che, sopra il ponte di comando, controlla tutto con il suo sguardo immobile e afferra forte il timone con le mani, “e nelle mani blocca l’istinto e la fantasia, nessun pensiero alla deriva, il Capitano controlla tutto, perché il mare tutto può portarsi via”.

La vicenda viene raccontata dal punto di vista del Capitano e della Nave che lo osserva e che nel ritornello gli si rivolge prima che “un ombra tagli la strada” alla rotta percorsa quella sera. Non si salverà nessuno.

 

Musica e testo: Pietro Coccioli

Voce Pianoforte e tastiere: Pietro Coccioli

Chitarre: Domenico Castaldi

Basso: Gigi De Martino

Batteria: Walter Calloni

Percussioni: Giorgio Palombino

 

Arrangiamenti: Pietro Coccioli e Domenico Castaldi

Registrazione e mix: Danilo Di Lorenzo

Registrazione Voci: Adrea Cataldo

Mastering: Maurizio Biancani (FONOPRINT_BO)

 

Produttore Artistico: Domenico Castaldi

Produttore Esecutivo: Pietro Coccioli

 

 

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