LUDUS “The seduction” (1982)

LUDVS_seduction.jpgDopo Clock Dva, Passage e Rip+Rig & Panic, la cosa più eccitante ed originale di questo splendido 1981 è quella dei Ludus di Manchester, ensemble capitanato da Linder (voce e grafica), Ian Devine (polistrumentista) e coadiuvato da Dids & Toby alla batteria e alle percussioni.

Quella dei Ludus è una storia tipicamente underground nata negli studi della New Hormones, etichetta che ebbe il merito di stampare “Spiral scratch” dei Buzzcocks con ancora in formazione Howard Devoto. E’ qui che tra lavori di grafica (la copertina straniante di “Real life” dei Magazine è di Linder), studi sulla fotografia e immersioni nella poesia nasce l’esperienza Ludus.

LUDUS1.jpgFino ad oggi (*1), la produzione discografica del gruppo è costituita da un EP 12’ (“The visit”), due 7’ (“My sherry is in sherry/Anatomy is not destiny” e “Mother’s hour/Patient”) ed una cassetta (“Pickpocket”), materiale sotterraneo non facilissimo da reperire (forse scrivendo alla New Hormones_50 Newton Street_Manchester M12EA si può ottenere qualcosa) (*2) ma probabilmente in grado di svelare il mistero della crescita che ha portato a “The seduction” edito, alla stregua di “God” dei Rip+Rig & Panic, in una particolare confezione di due EP 12’ a 45 giri (*3).

Possiamo tranquillamente parlare di creatività e di musica aperta vista l’insopprimibile libertà che fuoriesce, trattenuta a fatica dallo spazio limitato dei solchi, a sottolineare l’ impossibilità di contenimento proprio fisico di questa musica. Una marea di idee, intuizioni, stacchi, cambi di ritmo ed atmosfera con i quali i Ludus avrebbero potuto fare altri tre dischi!! E tutto questo in un quadro di grandi continuità ed omogeneità (forse solo in The dynasty si avverte un po’ di appannamento per l’ eccessiva scarnezza di piano e percussioni una volta tanto troppo ‘in libertà’). Il formato magari non agevola, ma la soddisfazione è grandissima! Prendete Unveiled_A woman’s travelogue, primo pezzo del primo mix, strutturato pressappoco così: intro/strofa/break/risoluzione stile Gong in india/implacabile riff canterburyano/breve inserto vocale (x2)/cambio (per modo di dire)/altro free break assai jazzy e finale furioso con Toby che fa Pip Pyle. E questo sarebbe un pezzo? E questo gruppo sarebbe New Wave? Ma questo pezzo e questo gruppo sono una meraviglia!! E in tal modo si prosegue: My sherry is in sherry (con inserimenti free alla Arto Lindsay ed un finale improvvisato sulla cassa anche se con qualche piccola sbavatura); See the keyhole (dal riff vertiginoso e contagioso, divertente provare a contare le note prima dei due accordi che lo chiudono); Herstory (che fa il paio con Unveiled quanto a varietà e soluzioni) e, sul secondo dei due EP, Inheritance, Mirror Mirror e The escape artist.

In conclusione quella dei Ludus sembra poter essere un’ esperienza che, se coadiuvata dalla continuità e gratificata da un minimo di riscontro, assurgerà a grandi,grandissimi livelli. (*4)

Anto (1982)

(*1) Si fa riferimento ai primi mesi del 1982.

(*2) “Pickpocket” è stato ristampato dalla LTM ed accluso a “Danger came smiling” il successore di “The seduction”

(*3) “The seduction” è stato invece ristampato assieme a “The visit” sempre per la LTM

(*4) Impressioni a caldo e riviste, ma sempre a caldo

 

 

 

Tracks:

  1. Unveiled (A Woman’s Travelogue)
  2. My Cherry Is In Sherry
  3. See the Keyhole
  4. Herstory
  5. Inheritance
  6. Dynasty
  7. Mirror Mirror
  8. The Escape Artist
  9. Behind your eyes

 

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