Si sembra davvero che il 2007 ci regalerà un discreto numero di dischi interessanti.
Lo è, ad esempio, il quarto album dei Verdena, Requiem.
I Verdena è dal loro esordio che raccolgono critiche discordi, c’è chi non li sopporta e chi li ama alla follia, chi li accusa di esser raccomandati chi di tirarsela fin troppo (e forse l’ultima ha dei fondamenti); forse dipende dal fatto che hanno esordito subito con una major, forse dal fatto di ricordare altre band. Comunque a me poco importa, ciò che mi interessa è valutare questo nuovo album senza preconcetti.
Innanzitutto la prima cosa che salta all’orecchio e che i fratelli Ferrari e Roberta Sammarelli nei tre anni che son passati dal disco precedente (Il suicidio dei Samurai) non si sono cullati negli allori e hanno migliorato le loro capacità tecniche (il batterista sopratutto). Altra cosa che si nota subito e che l’impianto sonoro pur rimanendo di base lo stesso, in questo disco presenta sfumature decisamente diverse e più variegate.
Infatti se prima i Verdena ricordavano soprattutto gli Afghan Whigs e i Dinosaur Jr ora gli echi grunge sono in misura minore, e come altre band (è la tendenza attuale ormai) ci si rifà più ad atmosfere anni 70, quindi psichedelia (anche in versione pop) e hard rock, ovvero quel sound che ora va di moda chiamare “stoner” (c’è da dire che alcuni accenni vi erano già nei dischi precedenti ma mai in maniera così evidente come qui su Requiem).
In molti casi i riferimenti sono espliciti, sia nei titoli dei brani che a livello sonoro; quindi ritroviamo i Pink Floyd (“Non prendere l’acme, Eugenio” che cita “Careful With That Axe, Eugene” da Ummagumma), i Led Zeppelin, i Sound in un brevissimo assolo su “Isacco Nucleare”, ma anche un po di Pixies su “Canos” e “Trovami un modo semplice per uscirne”. Vi è anche un pizzico di gotico in “sotto prescrizione del Dott. Huxley” (forse il pezzo che preferisco) con un brano ecclesiastico (Santa Maria del Cammino) registrato in reverse nel finale, ed anche in “Il Caos Strisciante” (il buon H.P. Lovecraft colpisce ancora). Ma sopra tutti i Sonic Youth nella loro fase più stoner, ascoltate “Isacco Nucleare” e poi ditemi, comunque il sound alla gioventù sonica è ovunque nel disco con anche citazioni sonore esplicite.
Il risultato di tutto questo mix di suoni, idee e citazioni lo trovato buono, anzi eccellente, anche perché la personalità sonora dei Verdena viene comunque fuori pur mancando ancor di qualcosa per poter dire “capolavoro”.
Forse il limite dei Verdena è di ricordare altre grandi band (ma siam sicuri che non siano anche omaggi? Viste le cose dette prima a proposito dei riferimenti espliciti ad esempio ai Pink Floyd e ai Sonic Youth, o son solo dei ladri di idee?), ma mi domando, e domando, è davvero un così grande delitto se il risultato finale è quantomeno buono? Nel caso dei Verdena secondo me no!!!
Requiem è un gran bel disco, suonato molto bene dove spicca la batteria di Luca Ferrari (vero trascinatore del disco e che a me ricorda il miglior Martin Atkins), sicuramente i Verdena hanno ancora strada da fare per raggiungere la piena maturità artistica (e non è detto che sia una lunga strada visti anche i miglioramenti tecnici, anzi) ma ciò che hanno prodotto finora vale la pena di esser ascoltato. Dategli una chance, ascoltatelo, meglio, ascoltate tutta la loro produzione!
Unica cosa che mi ha lasciato leggermente deluso e che, visto il titolo dell’album, mi aspettavo la cover dell’omonimo brano dei Killing Joke, pazienza.
Ultima annotazione di Requiem esiste anche la versione in vinile con due brani in più.
Mario (giugno 2007)
Tracks:
su CD
01. Marti in the sky
02. Don Calisto
03. Non prendere l’acme, Eugenio
04. Angie
05. Aha
06. Isacco nucleare
07. Canos
08. Il gulliver
09. Faro
10. Muori delay
11. Trovami un modo semplice per uscirne
12. Opanopono
13. Il caos strisciante
14. Was?
15. Sotto prescrizione del dott. Huxley
aggiuntive su Vinile:
01 Iridio
02 Non è..
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