“Il sole non tramonta mai su questo mondo che ho trovato” è il verso terribile e bellissimo che apre, squassante nel delirio di Crocus Behemont, “I will wait” 1:47 di immersione pura con la pressione che aumenta secondo dopo secondo sotto il peso implacabile delle atmosfere e del riff basso/chitarra sino al vacillare delle tempie fra le mani. Poco meno di due minuti dall’intensità assoluta e straordinaria, uno dei pezzi più belli della New Wave tutta che da solo giustificherebbe l’acquisto del secondo incubo dei Pere Ubu, uscito quando ancora l’eco della Danza Moderna risuona nelle nostre stanze.
“Dub housing”, al pari del suo predecessore, sconvolge ed affascina con la forza delle sue suggestioni metropolitane già richiamate dalla copertina enigmatica sul front sleeve e superba con il suo rosso tramonto sul cielo minaccioso di Cleveland nel back sleeve. Dal punto di vista musicale si avvertono delle differenze (apprezzabilissime tanto per chiarirci subito) tanto nei suoni, meno grezzi e con una registrazione più a fuoco (si presti l’attenzione in proposito a quello della chitarra eco-riverberata e suonata con il bottle neck nella risoluzione anfetaminica che segue il secondo ritornello di Caligari’s mirror), tanto nell’approccio generalmente meno rock ma non per questo meno efficace.
Un’alchimia che raggiunge il climax nella parte centrale della title track dalle atmosfere fortemente evocative, ma anche il resto della scaletta è creativamente superlativo: On the surface, Blow Daddy-o e Codex meritano il massimo degli apprezzamenti nel momento in cui allontanandosi dal certo e avventurandosi nell’incerto costringono l’ascoltatore nell’angolo permettendogli di entusiasmarsi ed imbarazzarsi: il che, ricordando Stratos, è il massimo che possa capitare.
Anto (1978)
Tracks:
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Navvy
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On the Surface
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Dub Housing
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Caligari’s Mirror
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Thriller!
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I Will Wait
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Drinking Wine Spodyody
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Ubu Dance Party
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Blow Daddy-o
- Codex