Capita, talvolta, che la vita ci faccia conoscere determinate persone per caso, cogliendoci alla sprovvista.
É questa la sensazione che ho provato nel sentire Jan Lundgren, giovane pianista svedese, durante la sua esibizione del 15 dicembre scorso al Teatro Carmine di Tempio Pausania.
Jazzista di fama internazionale, il quarantunenne Jan ha deliziato le – purtroppo – pochissime persone che hanno sfidato il gelo di una serata invernale con un concerto meraviglioso, organizzato dalla famosa associazione Time in Jazz, la quale da anni, grazie alla guida esperta e appassionata del trombettista berchiddese Paolo Fresu, porta la grande musica e suoi interpreti in Sardegna.
Nonostante l’esiguo pubblico, il pianista ha regalato ai presenti quasi due ore di puro jazz, presentando fra improvvisazione, programma e un acclamatissimo bis dodici composizioni: da pezzi di sua creazione, come “The Seagull” e la dolcissima “A touch of you”, a frammenti di grande lirica italiana, come “Se nel partir da voi” del maestro Monteverdi, dalla musica folk della sua terra d’origine, la Svezia, ai brani tradizionali natalizi come “Silent Night” e “Adeste fideles”, dalla nordica “Slängpolska” alla sardissima “Naschid est in sa capanna”.
Dopo il concerto ho potuto intervistare Jan: dimenticando il terribile tentativo di parafrasi del nome ControMano, di seguito troverete la traduzione dell’intervista ottenuta col mio zoppicante inglese.
(Per comodità di lettura, le domande saranno contrassegnate dalla sigla L, le risposte dalla sigla JL).
L – Stasera il pubblico ha assistito ad uno spettacolo “a scatola chiusa”: in pochi immaginavano che avrebbero trovato a Tempio un jazzista svedese che suona canzoni popolari sarde! Come ha conosciuto l’associazione Time in Jazz che ha organizzato la serata?
JL – Sono arrivato in Sardegna grazie a Paolo Fresu, con cui ho avuto occasione di duettare in passato (e realizzare l’album “Mare Nostrum” insieme a Richard Galliano, ndr). Ci siamo conosciuti tre – quattro anni fa, e lui già da allora aveva in mente questa mini tournée italiana.
L – Quanti concerti ha già fatto in Italia?
JL – Questo in realtà è solo il secondo, sono stato ieri sera a Nuoro (il 14.12.2007, ndr) e in questa settimana suonerò ad Alghero, Cagliari e a Carbonia.
L – Invece le manifestazioni a cui ha partecipato a livello mondiale sono…
JL – … Sinceramente non lo so! Dunque, ho 41 anni, suono a livello professionale da circa 20 e ho una media di circa 150 performances all’anno… quindi dovremmo aggirarci intorno ai 3000 concerti.
L – (Questa domanda è stata posta solo dopo essermi ripreso dallo shock) Stasera purtroppo poca gente ha potuto conoscerti. Pensi che questo sia un indice della situazione del jazz in Italia?
JL – Devo dire di essere ottimista in questo senso. Il jazz qui da voi è ancora in fase di crescita, ma sta vivendo un periodo di grande espansione anche grazie al lavoro dei vostri musicisti, come Paolo Fresu, ma anche Richard Galliano, Stefano Bollani, Enrico Cafiso, giusto per citarne qualcuno.
L – Fra gli altri pezzi, questa sera ha eseguito un medley di canzoni natalizie sarde e svedesi: cosa accomuna queste due culture musicali?
JL – Sicuramente la forza. Il folk sardo mi ricorda molto le ballate polska della Svezia, una musica viva, allegra, di cuore.
L – Per concludere, come passerà il Natale, e quale colonna sonora consiglia per i lettori di Miusika?
JL – Di sicuro trascorrerò le feste in Svezia, probabilmente ascoltando “Swinging Christmas”, di Ella Fitzgerald. Buon Natale!
Luigi (Dicembre 2007)
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