Battles – live @ Estragon Bologna (7/ 05/ 2008)

 Battles 072_1.jpg

 

Assistere ad un live dei Battles può veramente stravolgere tutte le convinzioni accumulate in anni di concerti dal vivo: bisogna, infatti, prepararsi adeguatamente per un concerto del genere, vestirsi comodi e perché no, prepararsi ad una seduta di sano movimento. 

La folla richiamata dalla band americana, nonostante la data ricadesse in un giorno infrasettimanale, è tantissima, quasi a sottolineare che la band “matematica” (da MATH-ROCK nda) sia diventata un fenomeno in così poco tempo, riuscendo a richiamare anche quelli che con il prog-rock avevano poco a che fare.

Il locale si riempie in pochissimo tempo e subito mi accorgo della presenza consistente di affezionati della prima ora, le magliette dei “Don Caballero” e “Storm & Stress” quasi non si contano più, chiacchiero con qualche spettatore (e anche qualche spettatrice nda) per sondare un po’ il terreno e scopro che la maggior parte nutre grande curiosità per il concerto di stanotte, sorseggio la mia birra e aspetto con un ansia sempre crescente l’inizio del live.

All’arrivo sul palco della band si solleva un boato incredibile, comincia il concerto.

Battles 012_1.jpgJohn Steiner ( il batterista nda) non è umano, è una drum machine: tempi dispari, controtempi, tempi sincopati, insomma il manuale della batteria moderna. Si capisce, anzi si intuisce, che sia umano solo quando si ferma per qualche attimo a sorseggiare la sua becks, altrimenti avrei quasi giurato che fosse un prodotto della “Tyrell corporation” ( La fabbrica dei famosi replicanti di “Blade Runner” nda) prestato occasionalmente alla musica.

Battles_028.jpgIan Williams, il funambolo della chitarra già conosciuto e apprezzato per la sua militanza nei seminali “Don Caballero” e “Storm & Stress”, è decisamente il “deus ex machina” di questa band: defilato sulla sinistra, dirige tutta la combriccola passando agevolmente dalla chitarra al synth che nella maggior parte delle volte suona contemporaneamente, grazie alla tecnica del tapping.

Battles_032.jpgNon è di certo da meno il secondo chitarrista della band, tale Tyondai Braxton, figlio del famosissimo jazzista sperimentale Anthony. Come Ian, anche lui avvalendosi del tapping , riesce a suonare chitarre e tastiere contemporaneamente , riuscendo in alcuni casi a cantare (come in “Atlas” e “Tonto” due brani di “Mirrored” nda).

Battles_046.jpgMa il vero eroe della serata, senza togliere naturalmente nulla agli altri, è sicuramente Dave Konopka, ex membro della band avantgarde “Lynx”. Dave è all’occasione bassista, chitarrista e addetto ai macchinari: è riuscito, attraverso loop station e synth, a fare delle cose veramente mostruose per tutta la durata del live,”loopando” di tutto, dal rullante di Steiner, alla voce di Braxton, riuscendo a creare dei tappeti di suono di una consistenza veramente incredibile.

Il prog-rock se così si vuole chiamare, è sempre stato indigesto per molti, soprattutto a causa della complessità degli arrangiamenti e dalla troppa verbosità della musica, ma i Battles sono riusciti nella non facile impresa di far avvicinare a questo genere anche tutte quelle persone che non si sono mai sognate di ascoltare i dischi degli “Emerson, Lake & Palmer” e di “Frank Zappa”.

Battles 067_1.jpgPur non essendo propriamente prog-rock il genere proposto dalla band americana, con cui condivide per lo più la matrice musicale, gli unici nomi che mi vengono in mente per poter descrivere la band, sono oltre a quelli sopracitati: gli “Emerson” per l’attitudine, i “Gentle Giant” per la facilità con cui si scambiano la strumentazione, i “Residents” per la natura dissacratoria con cui affrontano la forma canzone per destrutturarla totalmente e il grandissimo “Frank Zappa” per la genialità delle strutture.

Qui il glam-rock convive perfettamente con la dance, il prog con il punk e anche se possono sembrare degli ossimori forzati, queste sono le uniche cose più vicine alla musica dei Battles.

Il Math-rock è qui per restare!!!

 

 

Andrea (maggio 2008)

Lascia un commento