E’ indubbio che in questo momento in Italia c’è un buon fermento creativo nell’ambito pop indie, cioè di un pop che sia ovviamente orecchiabile ma non per questo beceramente prono alla ricerca del “facile” successo commerciale e che prende ispirazione principalmente dalla new-wave.
Tra coloro che si muovono in questa direzione vi è Ottodix al secolo Alessandro Zannier, artista trevigiano che si muove su più ambiti creativi. Infatti oltre ad esser un musicista è anche un artista visivo a cui piace muoversi tra scultura, pittura, rielaborazioni digitali e ovviamente la musica.
Visto il nome scelto per quest’ultimo progetto (giunto al suo terzo episodio se non ricordo male) ovvero Ottodix, mi par di capire che tra le principali fonti di ispirazione vi sia il movimento avanguardista e quello Dada. Questo per quel che riguarda la parte artistica e concettuale, e che trova conferma nei testi.
Testi che sono completamente in italiano e che cercano di argomentare e raccontare le contraddizioni del mondo odierno che si muove tra realtà e virtualità senza scadere in facili slogan o epiteti volgari ma puntando più sull’ironia, pur nelle restrizioni imposte dalle necessità della quadratura metrica e melodica; in effetti il bello della sfida si gioca proprio in ciò.
Musicalmente i punti di riferimento mi sembrano principalmente i Japan (e di conseguenza anche alcune cose di David Sylvian) e Garbo, con alcune puntate verso i Subsonica e sonorità elettro più cattivelle di derivazione Depeche Mode (Joker ad esempio).
Il risultato finale di tutto ciò è l’album Le notti di Oz che ha richiesto al nostro ben due anni di produzione, in cui i brani danno vita ad un elettro-pop di ispirazione wave gradevole e sofisticato che si fa ascoltare volentieri.
Questo è il suo pregio, ma è al contempo anche il suo limite.
Infatti Zannier ha realizzato un album forse fin troppo equilibrato e sofisticato, in cui le linee vocali con la sua gradevole voce ben (ma molto, a volte fin troppo) impostata contribuiscono in maniera non indifferente. Avrei preferito un pizzico di eleganza in meno e un pochino di cattiveria musicale in più, come in Joker e Fiore del male. Interessanti le rielaborazioni di Nuovi Frankenstein da parte di Madaski (quella che mi ha convinto di più) e Insonnia da parte di G. Kalweit, peccato si siano limitate solo alle linee vocali.
Molto bello il packaging del cd e il booklet, non mi ha convinto allo stesso modo invece la copertina.
Per concludere, Le notti di Oz di Ottodix/Alessandro Zannier è assolutamente consigliato a tutti coloro che amano gli artisti citati prima e a coloro che siano alla ricerca di un disco pop gradevole, intelligente e non urlato.
Mario (giugno 2009)
Tracklist:
1. Nuovi Frankenstein
2. I man
3. Rabarbaro rabarbaro
4. Joker
5. Io & Cassandra
6. Strananotte
7. Effimera
8. Sogno di un Avatar
9. Fiore del male
10. Insonnia
11. Tanz tumb tumb
12. Treno che passa
13. Le notti di Oz
Bonus track:
14. Nuovi Frankenstein – feat Madaski
15. Insonnia – feat. G. Kalweit