L’estate sta finendo cantavano i Righeira, allora cosa c’è di meglio per godersi il finire dell’estate e l’inizio dell’autunno che un album dei Black Eyed Peas?
Il nuovo album dei Black Eyed Peas no?
Uscito a giugno dopo ben 5 anni di attesa, conditi da progetti solisti nonché produzioni e collaborazioni varie, torna la band losangelina al completo con il loro nuovo album The E.N.D. ovvero The Energy Never Dies.
Come il titolo suggerisce si tratta di un album energico, che prosegue il percorso artistico che caratterizza la band sin dai suoi esordi, cioè impegno (politico e sociale, anche se non esattamente come lo intendiamo in Europa e ancor di meno in Italia) e sperimentazione sonora all’interno della cosiddetta musica di disimpegno, quella da ballo, il tutto attraverso l’utilizzo soprattutto del rap cercando al contempo il giusto appeal radiofonico (anche con l’utilizzo di oculati radio edit) e commerciale.
E c’è da dire che Will.i.am, Apl.de.ap e Taboo da quando è arrivata Fergie non hanno sbagliato un colpo, raggiungendo sia attestazioni a livello di critica che il grosso successo commerciale.
Il tutto viene confermato da questo quinto album, il terzo con Fergie in formazione.
Rispetto ai precedenti album vi sono appunto riconferme e cambi di direzione. Infatti come i precedenti si conferma la voglia di sperimentare dei nostri, di tentare strade sonore diverse in cui inserire le metriche rap senza però perdere di vista l’aspetto melodico, tranne in alcuni casi. I cambi di direzione sono innanzitutto la mancanza di collaborazioni più o meno altisonanti e la ricerca di un album con un sound più omogeneo. Difatti se precedentemente i Black Eyed Peas inserivano le loro metriche provando più stili musicali (tango, rock, bossanova ecc.) e in più di un caso con la collaborazione di altri artisti, qui su The E.N.D. le sonorità prevalenti sono elettro, nelle sue varianti dance e pop, e il pop-rock (in particolare nella seconda parte del disco) con le giuste strizzate d’occhio alla musica disco ’70/’80. I debiti in questi caso vengono pagate alle due band più rappresentative dell’elettrodance-pop (elettroclash) degli anni 90 ovvero Daft Punk e Chemical Brothers. Anche Will.i.am e soci seguono la tendenza attuale che ha riscoperto il vocoder (in Italia lo ha riutilizzato in anticipo su molti altri Dargen D’Amico) come strumento creativo per le linee vocali. Ma i Black Eyed Peas non perdono di vista quelle che sono state le loro caratteristiche vincenti, cioè la capacità di scrivere anche bei brani pop-rock con belle linee melodiche in cui Fergie può dar fondo alle sue capacità, anthem ballabili (I Gotta Feeling ad esempio) e anthem più rockeggianti (Now Generation, un omaggio agli Who? Forse. Ovvio che My Generation è altra cosa).
Il risultato finale è che The Energy Never Dies (che nelle intenzioni della band dovrebbe essere un progetto in continuo divenire come appunto una energia senza fine) risulta un album più compatto rispetto ai precedenti, con un suono più omogeneo anche nei brani che più si discostano gli uni dagli altri. Un album sicuramente meno vario ma forse proprio per questo più gradevole nel suo insieme. Un album che riesce nel difficile compito di essere commerciale, ballabile, cantabile, sperimentale e non banale nel suo complesso.
Davvero un bel disco. Ora mi rimane la curiosità dell’impatto live, punto di forza dei Black Eyed Peas, dei nuovi brani.
Mario (agosto 2009)
Tracklist: (The E.N.D. è disponibile in due versioni, la Deluxe contiene un secondo cd con 4 inediti e 6 remix)
Standard edition
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Boom Boom Pow (Contiene l’introduzione “Welcome to the E.N.D”)
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Rock That Body
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Meet Me Halfway
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Imma Be
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I Gotta Feeling
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Alive
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Missing You
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Ring-a-Ling
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Party All the Time
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Out of My Head
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Electric City
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Showdown
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Now Generation
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One Tribe
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Rockin’ to the Beat
Deluxe Edition
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Where Ya Wanna Go
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Simple Little Melody (Bonus Track nella versione giapponese)
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Mare (Bonus Track internazionale nell’edizione standard)
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Don’t Bring Me Down
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Pump It Harder (“Pump It” remix)
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Let’s Get Re-Started (“Let’s Get It Started” remix)
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Shut the Phunk Up (“Shut Up” remix)
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That’s the Joint (“Joints & Jams” remix)
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Another Weekend (“Weekends” remix)
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Don’t Phunk Around (“Don’t Phunk with My Heart” remix)