Il Teatro degli Orrori – A sangue freddo (2009)

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Ci sono delle volte che quando debbo parlare di un disco mi trovo in difficoltà, ma non perché non abbia argomenti o non sappia che cosa scrivere ma proprio per l’esatto contrario.

Questa difficoltà l’ho trovata per il secondo attesissimo album (almeno da me, ma son sicuro di non essere il solo 🙂 ) dei Il Teatro degli Orrori, pertanto chiedo scusa se passerò di palo in frasca o se il discorso non seguirà un corretto filo logico o se sarò ripetitivo (soprattutto nei complimenti).

Giusto per non smentire quanto appena detto parto dalle considerazioni finali 😀 , A sangue freddo è un album bellissimo e se Dell’Impero delle Tenebre mi ha fatto innamorare della musica dei Il Teatro degli Orrori questa seconda prova sulla lunga distanza mi ha confermato che non mi ero sbagliato su di loro, anzi ha solo accresciuto la mia ammirazione nei loro confronti, SI !!! questo perché secondo me con A sangue freddo hanno fatto un ulteriore salto di qualità.

Bravi, bravi, bravi. Serissimo candidato a disco dell’anno 2009.

Detto ciò permettetemi di sproloquiare un attimo sui brani e su considerazione varie.

A sangue freddo meglio Dell’Impero delle Tenebre? Ma ne sei sicuro si chiederà qualcuno?

Assolutamente SI.

Questo perché se nel primo album Il Teatro degli Orrori ci avevano colpito con la loro furia, gli ottimi testi e con La canzone di Tom (secondo me uno dei brani più belli in assoluto del rock italiano e non solo), qui su questo secondo disco la band fa un ulteriore passo in avanti. Infatti oltre a confermare la furia precedente i nostri si confrontano anche su altre sonorità, c’è infatti qualche apertura pop (che ben dosata non guasta mai) e ci sono momenti più intimi e delicati a livello sonoro. Solo a livello sonoro però. I temi trattati e il modo in cui vengono trattati a livello dei testi invece ci conferma, anzi va oltre, l’altissimo livello che il gruppo ci aveva già mostrato col primo album.

I brani sia come liriche che musicalmente sono uno meglio dell’altro, dovendone scegliere qualcuno per forza sui 12 che compongono A sangue freddo cito: la title-track, dedicata a Ken Saro Wiwa, scrittore e sceneggiatore televisivo nigeriano di cui finalmente anche l’occidente si è accorto dopo tanti anni dal suo assassinio (in Italia ad es. oltre ai Il Teatro degli Orrori ne sta parlando ultimamente anche Saviano); Padre nostro, la preghiera basilare cristiana qui rivista dalla band (anche se non so quanto con una visione di fede), vi faccio notare che anche i Frigidaire Tango si sono confrontati col Padre nostro nel loro ultimo album (e anche nel loro caso non ho idea se con e/o quanta fede); E’ colpa mia, cruda riflessione sul rapporto tra genitori e figli, che volendo si potrebbe estendere a tanti aspetti del vivere quotidiano degli affetti, e l’angosciante Io ti aspetto che racconta le paure di un padre che aspetta il rientro della figlia a casa, chiaro che essendo genitore questi due brani mi hanno colpito come magli, il bello è che Pierpaolo Capovilla non ha figli ma immagino che abbia nipoti e amici con figli perché ha colto assolutamente nel segno; infine la terribile Die zeit, che racconta la fine di un amore, che finisce nel modo più tremendo. Decisamente goth.

Tornando al discorso prettamente musicale credo che definire i nostri “solo” noise-rock sia una limitazione, questo perché Il Teatro degli Orrori sono si “figli” dei Jesus Lizard, del post-HC certo, ma ancor di più secondo me sono figli e degnissimi rappresentanti dell’unione tra post-punk (Joy Division, Swans, Birthday Party e Killing Joke in primis, Bauhaus e tanti altri in secundis) e il miglior mondo cantautoriale italiano, sia come sonorità che come attitudine. Tra l’altro Pierpaolo non è un ragazzino, ha 41 anni, e il periodo della New Wave, anche se forse non dall’inizio come noi che siamo leggermente più ansiani di lui, lo ha vissuto mentre era ancora vivo e vivace, quindi certe influenze anzi palesi e volute citazioni Wave e post Wave (come ci ha raccontato Giulio Ragno Favero nella bella intervista che ci ha rilasciato qualche mese fa) ci stanno tutte, e a me non dispiacciono tutt’altro 🙂 .

A volte l’errore che si commette è di pensare ai Il Teatro degli Orrori come ai One Dimensional Man in italiano ma gli ITDO sono molto di più, in quanto sono il risultato dell’unione di 4 menti pensanti con storie passate e presenti diverse, che in periodi e per tempi differenti si sono incrociate in ODM. Ma anche questo è sbagliato, perché ITDO è di più della semplice summa delle esperienze di Pierpaolo, Giulio, Gionata e Francesco (tra cui One Dimensional Man e Super Elastic Bubble Plastic), il risultato che hanno ottenuto già con Dell’impero delle tenebre va ben oltre, e che lo split con gli ZU e ancor di più il presente A sangue freddo confermano. In questa seconda prova la qualità di scrittura dei brani sia dal punto di vista musicale che dei testi, complice l’utilizzo dell’italiano, ha fatto un salto di qualità notevole e tenete conto che la base di partenza dei nostri non era di certo scarsa, a volergli male la si può definire “solo” buona. Le linee vocali di Pierpaolo Capovilla sono a dir poco coinvolgenti, capaci di sferzare come di portarci in luoghi di sordo dolore e angoscia. Il lavoro di Giulio Favero in fase di produzione è equilibrato e ben mirato. L’interpretazione dei nostri, come dei tanti ospiti (Jacopo Battaglia, Giovanni Ferliga, Angelo Maria Santisi, Nicola Manzan, Francesca Gaiotto, Paola Segnana, Richard e Robert Tiso, Elena Grazi), perfetta.

Credo che la definizione perfetta (che in parte “rubo” a Raoul Duke di Rumore) per inquadrare gli attuali Il Teatro degli Orrori quindi sia: una band capace di guardare avanti guardando indietro.

Mi fermo qui, altrimenti non la smetto di scrivere, e torno alle considerazioni finali fatte all’inizio. Il Teatro degli Orrori sono una grandissima band, A sangue freddo è un album eccezionale e non comprarlo sarebbe davvero un grave errore.

Disco ultra-stra-consigliato.

Permettetemi un ultima nota di plauso alla Tempesta Dischi di Enrico Molteni che ci sta regalando tante perle e che molte altre son sicuro ci regalerà.

 

 

 

 

Mario (novembre 2009)

 

 

 

 

Tracklist:

  1. Io ti aspetto

  2. Due

  3. A sangue freddo

  4. Mai dire Mai

  5. Direzioni diverse

  6. Il terzo mondo

  7. Padre Nostro

  8. Majakovskij

  9. Alt!

  10. È colpa mia

  11. La vita è breve

  12. Die Zeit

 

 

 

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