Baustelle – La Malavita (2005) Amen (2008)

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Ricordo che circa un anno fa, giorno più giorno meno, mi feci questa domanda:

si può fare pop senza esser per forza banali e con intelligenza?

In quel caso me lo domandavo dopo aver sentito l’ottimo disco d’esordio degli ZetaZero, e la risposta fu sicuramente si!

Oggi me lo domando di nuovo riguardo ai Baustelle e la risposta è ancora una volta si!!!

La band toscana poi si presta anche ad un altra considerazione; di solito quando una band indie viene messa sotto contratto da una major (nel caso dei Baustelle la Warner) perde parte della propria identità e risulta meno interessante. Nel caso di questi ragazzi si può parlare invece di eccezione alla “regola”.

Ora non so se ciò è dovuto al fatto che il passaggio alla Warner sia coinciso con una maturazione naturale della band o se il passaggio ad una major abbia spinto a questa Baustelle la malavita_1.jpgmaturazione, sta di fatto che La Malavita (sorta di concept e gioco di parole tra la vita malavitosa e la cattiva vita quotidiana) nel 2005 ci presenta il gruppo di Montepulciano con la stessa freschezza ed appeal musicale che li aveva caratterizzati nel periodo indie, con quel mix tra la pop wave anni ’80 di derivazione british più la canzone autoriale francese ed italiana (con una particolare predilezione per Fabrizio De Andrè, come del resto testimonia anche il modo di cantare del frontman Francesco Bianconi) insieme a sonorità di tipo elettronico attuali, unita però ad una maggior consapevolezza e concretezza compositiva (aiutati in ciò anche dal produttore Carlo U. Rossi), ciò che cambia radicalmente sono senza alcun dubbio i testi.

Non vi nascondo che in più casi nei precedenti dischi (Sussidiario illustrato della giovinezza, La moda del lento), pur apprezzandoli in toto musicalmente, mi son sorpreso a premere il tasto skip sul lettore tanto trovavo (e trovo ancor oggi) noiosi e stucchevoli i testi di alcuni brani. La Malavita al contrario è un disco estremamente godibile in tutto e per tutto, le liriche sono finalmente adeguate alla qualità sonora che i Baustelle hanno sempre avuto e mostrano il lato meno mieloso del gruppo passando da toni crudi allo humour nero (e qui Faber insegna). Rachele Bastreghi e Bianconi cantano e duettano in maniera ineccepibile raccontandoci i lati cupi del presente su delle accattivanti ma mai banali melodie, che infatti li portarono a passaggi in heavy rotation dei singoli sulle radio e tv commerciali e ad un buon successo di vendite.

In definitiva i Baustelle con La Malavita danno alle stampe un ottimo album che penso sarà godibile come oggi, a tre anni dalla sua uscita, anche fra vent’anni.

Da avere!!!

 

Baustelle amen_1.jpgIl nuovo album Amen conferma quanto di buono si era sentito sul precedente La Malavita e se possibile cerca di alzare ulteriormente il tiro.

Uscito dopo ben tre anni ed orfano dell’apporto di Fabrizio Massara (che ha lasciato la band nel 2005) e prodotto con sapienza come il precedente da Carlo U. Rossi, Amen ci mostra i Baustelle sempre ad alto livello, oso dire altissimo.

Musicalmente non ci sono grandi novità, che del resto non mi aspettavo visto la forte identità e personalità sonora che la band ha sempre avuto, colpisce la maturità della composizione e il trio suona e canta forse anche meglio di prima, i duetti son sempre il loro punto di forza e in alcuni casi anche con un pizzico voluto di voce impostata in più, i testi se possibile ancor più crudi ed ironici, le citazioni musicali e non sovrabbondanti. In questo senso è sicuramente emblematico di come è strutturato quest’album il primo singolo Charlie fa Surf, canzone altamente gradevole con più chiavi di lettura:
la melodia, delicatamente ruffiana utile al passaggio radiotelevisivo ma allo stesso tempo non banale;
il testo, che parla dei giovini Mtv-influenced in cui ad un ascolto superficiale sembra che si rivolga come una sorta di manifesto ribelle e che invece prende (bonariamente?) per lo retro (e qui mi viene in mente un altro grande hit Fuori dal Tunnel);
la citazione, della composizione di Maurizio Cattelan Charlie don’t surf col bambino inchiodato al banco di scuola dalle matite che a sua volta cita la canzone dei Clash tratta da Sandinista che a sua volta citava il film Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. Chiaro no?

Che dire di più?

In effetti ci sarebbe ancora molto da dire ma lascio a voi il piacere di scoprire ed assaporare quanto di buono propone il disco per il quale vi consiglio piu ascolti (essendo meno immediato del precedente richiede un minimo di attenzione in più e c’è veramente tanta roba da scoprire), perciò mi limito ad aggiungere che come La Malavita anche Amen, a mio avviso, tra vent’anni sarà ancora un ottimo disco e che si candida insieme a B dei Sikitikis come miglior disco italiano del 2008, infine che i Baustelle sono una gran band pop, ma questa non è un offesa.

Da avere!!!

 

 

 

 

Mario (giugno 2008)

 

 

 

 

Tracklist:

 

La Malavita:

  1. Cronaca nera

  2. La guerra è finita

  3. Sergio

  4. Revolver

  5. I provinciali

  6. Il corvo Joe

  7. Un romantico a Milano

  8. A vita bassa

  9. Perché una ragazza d’oggi può uccidersi?

  10. Il nulla

  11. Cuore di tenebra

Amen:

  1. E così sia

  2. Colombo

  3. Charlie fa surf

  4. Il liberismo ha i giorni contati

  5. L’aeroplano

  6. Baudelaire

  7. L

  8. Antropophagus

  9. Panico!

  10. Alfredo

  11. Dark Room

  12. L’uomo del secolo

  13. La vita va

  14. Ethiopia

  15. Andarsene cosi

  16. Spaghetti Western

  17. No Steinway

 

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