Il 2008 sembra che, nonostante la brutta fama di anno bisestile, voglia regalarci tanti bei dischi in questo scorcio di fine anno.
E’ il caso ad esempio del disco omonimo e totalmente autoprodotto dei Cleo Red Eyes uscito a fine ottobre.
I Cleo Red Eyes sono una band cagliaritana attiva dal 2004, formata da 5 elementi provenienti da esperienze ed influenze musicali molto diverse legate comunque dall’amore per il rock nelle sue varie incarnazioni. Nati quasi per caso e con il solo intento di divertirsi (giustamente aggiungo), all’inizio si propongono solo come cover band proponendo brani dei Fugazi, Sonic Youth, Pixies, Babes in Toyland, Jesus Lizard e Joy Division (tutti gruppi scarsi si potrebbe dire 😀 ), ma come si dice l’appetito vien mangiando e si crea tra Cristiana Del Giudice (voce), Laura Manduca (basso e cori), Danilo Salis (chitarra e cori), Andrea Calatri (batteria) e Giampiero Locci (chitarra) la giusta alchimia per esplorare la propria strada. Da qui la creazione delle canzoni che hanno dato vita all’omonimo album.
Come si è detto si tratta di un disco autoprodotto, ma la cura con cui i Cleo Red Eyes hanno dato vita all’album anche nell’aspetto meramente estetico (con il fondamentale contributo di Mauro Kihil Melis per la grafica, Nicola Argiolas della Dcocaine Crew per le foto e Alessandro Melis aka Uomo Tigre per il disegno della copertina) vi farebbe pensare a un disco labelizzato, anche perché diciamolo chiaramente il contenuto vale la spesa dell’acquisto come se fosse un prodotto marchiato, viva il DIY.
Ma come e cosa suonano i Cleo Red Eyes?
La risposta dovrebbe essere abbastanza facile e scontata visto i gruppi menzionati sopra di cui hanno fatto le cover.
E invece no!
Proprio l’alchimia creatasi tra loro e le diverse influenze musicali di ognuno dei 5 componenti li ha portati verso un sound che a me ha ricordato sonorità più vicine al punk californiano primi anni 80 e alle sue varie incarnazioni (HC, Goth e tex-mex), quindi band tipo 45 Grave, X e Germs, ma soprattutto l’evoluzione di quest’ultimo rappresentato dal grande Henry Rollins e dalla sua band. Si, se debbo nominare una band alla quale fare da riferimento per descrivere la musica dei Cleo Red Eyes quella più vicina è la Rollins Band nei suoi momenti migliori, con in più qualche citazione degli Stones.
I ragazzi suonano molto bene, mi sono piaciuti i giri di basso rotondi e granitici di Laura e le chitarre di Danilo e Giampiero (chi è il fan delle sonorità sixties dei due? E l’estimatore di Rikk Agnew? E di Geordie?), brava Cristiana sia in cleaning che in screaming. Gli unici appunti (molto bonari) li debbo muovere 1) ad Andrea per i pattern troppo lineari, un minimo di movimento in più ci sarebbe stato bene, ma qui non so se si tratta di una scelta di Andrea o di una scelta della band; 2) a Cristiana per i testi solo ed esclusivamente in inglese.
In conclusione, un buon esordio questo dei Cleo Red Eyes che consiglio a tutti gli amanti del rock alternative grintoso e della buona musica. Perciò subissateli di richieste su www.myspace.com/cleoredeyesmusic
Buon ascolto
Mario (dicembre 2008)
Tracklist:
Sometimes
Cherry Pale
Happy B-day
Girl Germ
‘cause I’m here with You
Baby Blue
Maybe Not
Close Up