Agli inizi del 1979 sulle pagine del (quasi) unico mensile che al tempo si occupava di rock e neo derivati sventolava abbastanza frequentemente la bandiera del caro e vecchio sud americano. Non era l’unica peraltro, ed anzi quella più visibile e sferzata dal vento era quella “istituzionale” degli old heroes dell’epoca, minacciata dai nuovi protagonisti del post punk.
In verità in questo terzo disco dei Dixie Dregs non c’è molto che richiami il genere tanto caro agli Allman Brothers ed agli amici della Capricorn Records, giusto qualche spruzzata roots ed un richiamo agli stilemi del country.
Per il resto il versante praticato dal quintetto Georgiano composto da Steve Morse (chitarra), Andy West (basso), Allen Sloan (violino), Mark Parrish (tastiere) e Rod Morgenstein (batteria) resta quello della fusion e se non fosse per una ricerca armonica non eccessivamente complicata, alcuni temi (come quello molto bello di “Country house shuffle” ed un break solare di “Long slow distance”) non possono non ricordare alcune cose dell’indimenticabile Mahavishnu Orchestra di John Mc Laughlin.
Suonano parecchio i Dixie Dregs e qualche volta si lasciano prendere la mano da passaggi anche interessanti ma non sempre funzionali (less is more non è propriamente nei loro geni) ma siamo comunque lontani dagli ipertrofismi del genere e le puntine di maniera che affiorano ogni tanto si perdonano facilmente.
Il disco non è tutto da studio e la seconda parte è interamente tratta dall’esibizione del 23 luglio 1978 al Festival Jazz di Montreux (non propriamente una roccaforte Southern). La dimensione live si addice particolarmente all’indole dei Dixie Dregs che se la spassano un mondo incoraggiati da un pubblico particolarmente caloroso che immaginiamo a mille durante l’esecuzione della vertiginosa polka di “The bash”.
Anto (2010)
Tracklist:
1. Punk Sandwich
2. Country House Shuffle
3. The Riff Raff
4. Long Slow Distance
5. Night Of The Living Dregs
6. The Bash
7. Leprechaun Promenade
8. Patchwork