Pienone all’Alcatraz per l’edizione 2010 del Give It A Name con una scaletta da leccarsi i baffi.
Non sono mancati i problemi di tempistica e gli imprevisti causati dalla nube vulcanica per alcune band, le lamentele… ma la musica vince!
A riscaldare il pubblico già abbastanza bollente, salgono sul palco gli Andead di Andre Rock.
Performance carica ma breve (solo 25 minuti per via dell’organizzazione che li ha praticamente buttati giù dal palco) con scaletta tagliata all’ultimo minuto.
L’Italia s’è fatta comunque valere alla grande!
I pop-punk Friday Night Boys, paragonati agli All Time Low da chiunque, musicalmente parlando, hanno lasciato un po tutti con l’amaro in bocca.
Nei loro 30min di gloria hanno fatto urlare l’intera folla (di ragazzine)…
La situazione comincia a scaldarsi sempre di più con i primi stage diving.
Ancora pop-punk sul palco del GIAN con i The Swellers. Ricordano molto gente come i Paramore o No Use For A Name.
Palloncini giganti e stelle filanti, sul palco e tra la folla, per i Madina Lake.
Scalzo e scattante come una cavalletta, il cantante Nathan Leone, riesce a tenere testa a tutto il pubblico e ringrazia gettandosi tra le loro braccia già dai primi pezzi.
Tutti avevano paura non arrivassero viste le sparizioni varie durante i loro tour… Invece eccoli sul palco.
Story Of The Year. Tutto è perfetto. Voce tagliente anche se non tanto in piena forma. Forse un po plagiati dai suoni degli strumenti… ma si da colpa alla strumentazione per queste cose, no??
Non sono mancate le solite, anche se poche, acrobazie da circensi. Chitarre nell’aria, salti mortali e una scaletta con i fiocchi che è variata da pezzi storici come “Anthem Of Our Dying Day” ai più recenti.
La nube vulcanica non li ha fermati! Direttamente in treno da Roma eccoli arrivati sul palco dell’Alcatraz.
Tutti si aspettavano di più dai Sum 41: hanno suonato poco; la scaletta era ricca di pezzoni, “in too deep” – “still waiting“, ma mancava comunque quel qualcosa di soddisfacente; hanno tirato troppo i pezzi facendo i Green Day della situazione senza pensare che a loro disposizione avevano solo 45/50min e non quasi 3 ore..
Sarà il fatto che non li si vedeva da anni ed anni ma il pubblico era lì per loro.
La folla diminuisce all’arrivo degli A.F.I.
Tutti sanno del loro “cambio di genere” e ormai non s’aspettano più nulla… Invece gli A Fire Inside ci hanno regalato un live intenso colmo di brani nuovi (“Medicate Me“, “Miss Murder“, “End Transmission“) e vecchi (“Silver and Cold“, “The Days of the Phoenix“) che, grazie anche alle movenze di Havok e alla scenografia con un illuminazione che non si sognano neanche a NY… hanno mandato a casa, con un ora di anticipo, tutti a cuore caldo.
Emanuela Rillo (aprile 2010)
© Slim in esclusiva per Miusika.net
Give It A Name 2010 – 17-04-2010 – Alcatraz Milano
Andead
Friday Night Boys
The Swellers
Madina Lake
Story Of The Year
Sum 41
A Fire Inside
© Slim in esclusiva per Miusika.net