Sono stati i Virginia Madison per 7 anni, fino al 2009, adesso sono i Greve ed è da poco uscito il loro omonimo EP.
Lo stile è un alt-rock abbastanza classico, caratterizzato da ritmi coinvolgenti che catturano l’ascoltatore in breve tempo: quel rock che sempre più raramente si sente nella scena musicale italiana.
L’album si apre con “148 Milano”, ottimo pezzo introduttivo in cui le chitarre poco pulite mettono in luce lo stile che i Greve vogliono seguire.
Segue “Le navi d’Aral”: ritmo esplosivo, voce sporca, chitarre veloci.
“Ciecaprossimità” ricorda i Verdena del 1999 mischiati a quelli del 2004: il giro di chitarra e le parole rendono il brano quasi ipnotico.
Il calo di velocità in “Avremo lo stesso sonno!” rende il pezzo a tratti commovente e la voce sforzata e appassionata lo sottolinea ancora di più.
Si torna a ritmi movimentati con il penultimo brano, “Plein air”, in cui la cosa che si nota di più è la voce, in alcuni frangenti quasi simile a un lamento.
L’EP si chiude con “Comodo inganno”, in cui si mescolano momenti veloci ad attimi più lenti e dolci, creando così un bell’equilibrio musicale.
Che dire: i 6 brani si somigliano parecchio tra loro, e il tutto sa di già sentito. Il punto è che la band ha talento, capacità, creatività, e forse ci si aspettava qualcosa di più nuovo e fresco. Se dovessi dare un voto, sarebbe un 6.5, massimo un 7. Come EP ci si può accontentare, ma sono sicura che possono fare di meglio e lo faranno.
Elena Antolini (maggio 2011)
Tracklist:
1. 148 MILANO
2. LE NAVI D’ARAL
3. CIECAPROSSIMITÀ
4. AVREMO LO STESSO SOGNO
5. PLEIN AIR
6. COMODO INGANNO