I Get Up Kids sono stati senza dubbio uno dei gruppi più rappresentativi e di maggior qualità della seconda ondata dell’emo punk, uno di quelli che ha lasciato un segno significativo e non banale.
Abbiamo incontrato con molto piacere Jim Suptic che ci ha rilasciato una intervista assai sincera e per questo molto bella ed interessante.
Miusika: Ogni album dei GUK e’ molto diverso dagli altri: possiamo dire che questo fa parte del vostro progetto iniziale ?
Get Up Kids: Io penso che questo sia proprio parte del nostro progetto! Non credo che sia divertente ed interessante registrare sempre lo stesso disco, non credi ? Abbiamo sempre cercato la maturazione musicale, i nostri artisti preferiti evolvono sempre: prendete per esempio i Beatles, non suonano sempre uguali!
Sai, non ho mai capito perché, ma nel punk-rock la gente vorrebbe che tu suonassi sempre le stesse cose, senza evoluzione alcuna.
Le persone pero’ evolvono, e cosi’ la nostra musica, la nostra cultura ed un sacco di altre cose sono maturate.
Non mi piace più ciò che mi piaceva a quattordici anni, o meglio… o meglio molte cose di allora mi piacciono ancora, ma questo non significa affatto che io non sia maturato negli ultimi diciotto anni!
Miusika: Cosa resta oggi dei ragazzi che hanno scritto I primi Eps e “Four Minute Mile“? Come considerate ora I vostri primi lavori ?
Get Up Kids: Beh, sai, Four Minute Mile penso contenga delle canzoni veramente belle, soprattutto se pensi che lo abbiamo registrato in soli due giorni e mezzo!! E questo e’ decisamente punk… Onestamente mi piace ancora molto.
Abbiamo scritto un sacco di canzoni quando avevamo diciassette o diciotto anni… e raccontavano di ragazzini che si divertivano… è quello che è, non mi imbarazza parlarne… eravamo solo dei ragazzini, e si sente che era stato registrato in due giorni e mezzo… ma è stato divertente!
Ora ho 32 anni e le cose stanno diversamente ma… mi piace ancora.
Miusika: Dopo la vostra “lunga pausa”, come è il vostro band feeling ? Avete ricominciato da dove avevate lasciato? Cosa invece è diverso, in meglio o in peggio ?
Get Up Kids: Beh, penso che ora non prendiamo più la cosa cosi’ “seriamente”. Non abbiamo più un manager, una casa discografica che ci avanza richieste… Suoniamo e facciamo ciò che più ci piace, ed in tour ci portiamo mogli e fidanzate esattamente come qui a Milano… molto diverso rispetto a prima. Prima della nostra pausa era diventato tutto un business, ed il business non è divertimento.
Adesso tutto funziona diversamente: “Dai, Registriamo!” oppure “Dai, Andiamo in Tour!“… Ognuno di noi ha altre cose a cui pensare
Io e Matt abbiamo una famiglia, lui anche dei figli… fare i musicisti non è più la nostra principale priorità. Nella vita ci sono cose più importanti che suonare accordi, chitarre..
Miusika: Ci diresti qualcosa in più sul vostro prossimo album, composto da dodici canzoni, che dovrebbe uscire nell’autunno ?
Get Up Kids: Beh, onestamente non sappiamo ancora quante canzoni conterrà! Inizialmente, avremmo dovuto rilasciare un set di EPs, ma fondamentalmente nessuno avrebbe voluto promuoverci questo set. La gente non vuole recensire EPs, non ti intervistano se hai solo degli Eps… Oltretutto non facciamo neanche canzoni di “tendenza”, quindi abbiamo dovuto scegliere la formula del full-length.
Credo che scriveremo ancora qualche canzone. Cioè, ne abbiamo già a sufficienza per pubblicare un LP, ma ci sembra che ogni canzone che scriviamo sia ogni volta meglio delle precedenti! Vogliamo quindi pubblicare il miglior album possibile, e perciò vedremo quante e quali canzoni lo comporranno.
Dovrebbe uscire in realtà a meta’ gennaio del 2011, o almeno speriamo ! Proprio in questi giorni stiamo finalizzando il discorso legato alla distribuzione, ed a breve dovrebbe anche essere risolta la questione riguardo l’Europa.
Miusika: Perché avete scelto di rilasciarlo per la vostra “Flyover Records”
Get Up Kids: No, in realtà non possiamo, per questioni di copyright… questa etichetta in realtà esiste già, ed e’ anch’essa un’etichetta di Kansas City!!! Nessuno di noi la conosceva.. piccolo il mondo, eh ? Flyover (sorvolare, ndr) in realtà e’ un termine molto usato dalle nostre parti: il nostro stato, Il Missouri, è infatti soprannominato con questo termine proprio perché la gente lo sorvola per volare da una costa all’altra degli Stati Uniti, ma senza fermarvici. “Flyover” In realtà vale anche per gli altri stati del Mid-West, nessuno li vista mai! Sono solamente sorvolati nel tragitto da New York a Los Angeles…
Non sappiamo ancora che nome avrà la nostra label, magari si chiamerà semplicemente “Get Up Kids” oppure meglio ancora “Senza Nome“… non ci interessa molto francamente del nome, e non vorremmo nemmeno essere identificati come una Label, nella misura in cui non ci interessa pubblicare altre band o cose di questo genere, che competono alla Label vere e proprie. Ci serve solamente per pubblicare autonomamente la nostra musica.
Miusika: Simple Science, cosi’ come descritto sul vostro sito, e’ il risultato di un “songwriting experiment”. Puoi dirci in cosa consiste questo “esperimento” ?
Get Up Kids: Non so se in realtà sia stato un “esperimento”, so che la scrittura di questo EP e delle altre canzoni che comporranno l’album e’ molto simile a ciò che facevamo agli inizi: si partiva da un mio riff di chitarra, o da un giro di batteria proposto da Ryan ed insieme si partiva a scrivere la canzone. “On a Wire” e “Guilt Show” li abbiamo composti partendo da canzoni che avevano già una propria struttura (strofa, ritornello, bridge…) che ognuno di noi portava a turno.
Era più simile al metodo usato dai cantautori, mentre in questo senso come puoi sentire questo EP è più “punk” da questo punto di vista, ed il comporre le canzoni durante le nostre jam sessions ci ha portato a questo suono “strano” e che ci piace molto.
E’ molto più divertente questo metodo, e condividere assieme le nostre idee ci fa sentire di più una band.
Una band che suona la propria session, come si dice negli USA.
Miusika: Parliamo del vostro capolavoro, Something to Write Home About: quali sono I sentimenti e le storie alla base di questo album ?
E’ giusto dire che era lo specchio delle vostre vite a quel tempo ?
Get Up Kids: Assolutamente! Parlava proprio di noi a quel tempo, quando venivamo in Europa e per la prima volta e giravamo il mondo!
Parla di avere diciannove anni ed essere lontano da casa, di mollare il College per suonare, di dormire sul pavimento…
In qualche modo parla di come abbiamo vissuto il nostro sogno punk-rock! Ogni canzone è veramente molto personale, parla di amori, amicizie, e soprattutto di crescere. Sono sostanzialmente le esperienze ed i sentimenti che ognuno prova a quell’età.
Il nostro obbiettivo non era scrivere canzoni di successo, ma semplicemente parlare di noi, ragazzini in giro per il mondo…
Miusika: L’anno scorso, a Bologna, la folla è stata grandiosa e coinvolta nel vostro show. Specialmente durante “Out Of Reach“, tutti quanti cantavano con tutta la voce a disposizione! Te lo ricordi ? Cosa provi quando, dopo più di dieci anni, la gente ama ancora le vostre canzoni ? Vi ritenente una “cult band”, almeno per tutte quelle band che sono state ispirate dalla vostra musica ?
Get Up Kids: Lo show di Bologna nel 2009 e’ stato veramente un grande show, il miglior show di tutto il tour europeo! La gente era estremamente coinvolta ed era veramente bello vedere l’affetto dei nostri fans quella sera. Molto divertente, entusiasmante!
Sinceramente, spero di non far parte di una band “cult”, anche se mi fa ovviamente molto piacere che numerose band si siano ispirate a noi.
Nel corso degli anni abbiamo suonato in giro per il mondo con tantissime band, che si diceva fossero ispirate dalla nostra musica.
Avevano alcune canzoni valide che venivano passate alla radio, album carini… ma quando tornavamo nel loro paese qualche anno dopo, queste band si erano sciolte, oppure avevano perso la loro ispirazione… mentre i nostri fans erano sempre li, e questo ci faceva capire che ci muovevamo nella direzione giusta.
E questo e’ davvero molto bello, una bellissima sensazione. L’affetto dei nostri fans è tutto per noi!
Alessandro Anselmi (luglio 2010)