Avevano dimostrato un temperamento eccezionale i Killing Joke nel 1990, anno di pubblicazione di quell’autentico ruggito che rispondeva al nome di “Extremities, dirt and various repressed emotions”, veramente un grandissimo disco che rinnovava i fasti del quartetto di Notting Hill , scatenando almeno in chi scrive e nella comunità di riferimento, un entusiasmo che mancava da più di un lustro.
Forte ed ispirato come solamente alcune cose di inizio carriera, “Extremities…” veniva seguito quattro anni più tardi dal (va da sé) meno brillante “Pandemonium” che soffriva di qualche lungaggine e dispersione oltre ad essere sensibilmente meno ispirato dell’altro.
Siamo all’oggi ed alla Primavera del 1996 e, a seguire un rinnovato interesse per le sonorità capitali dello Scherzo che Uccide attestato dai numerosi certificati di qualità che piovono da destra e da sinistra del panorama metal, il nuovo corso dei nineties si arricchisce di un nuovo capitolo “Democracy” che sembrerebbe confermare un momento di stasi ed appannamento creativo.
Non un disco brutto ma senz’altro non imprescindibile e che a futura memoria poco lascerà se non i tre/quattro proiettili sparati nella prima mezz’ora di fuoco: Savage freedom, la title track, il furente attacco ai colossi farmaceutici di Prozac People i brani più convincenti.
Il potere delle Multinazionali, il ruolo totalizzante della tecnologia ed i riferimenti “Orwelliani” sono temi sempre cari a Jaz Coleman ma l’appannamento generale dei Joke odierni ne smorza la forza comunicativa e per una volta osiamo utilizzare un termine impensabile per lo “Scherzo che Uccide”: tiepido.
Anto (1996)
Dei quattordici album in studio che i Killing Joke hanno realizzato nella loro lunga carriera Democracy è certamente quello che divide di più i critici e i fan della band.
C’è chi come Anto lo definì tiepido o comunque una prova non entusiasmante ed altri che addirittura lo definirono il loro miglior album degli ultimi 11 anni di carriera (si parla ovviamente dal 1985 al 1996) quindi superiore al capolavoro Extremities, dirt and various repressed emotions o all’ottimo Night Time (che risultò un felice equilibrio tra commerciale e la classica furia iconoclasta dei Killing Joke).
Democracy è, a mio parere è visto a quattordici anni di distanza dalla sua uscita, il classico album in cui la verità fra opinioni così distanti le une dalle altre sta esattamente nel mezzo.
Cioè un buon disco che pur non essendo eccezionale (per me comunque consigliato) presenta molte luci (Prozac People canzone che contiene molti elementi autobiografici della vita di Jaz; la trascinante Aeon un classico pezzo alla KJ firmato Coleman-Walker-Glover; la bellissima Absent Friends il cui titolo dice già tutto, in cui il cesello delle chitarre di Geordie e le tastiere raggiunge il massimo e con una batteria finalmente alla KJ; la fin troppo preveggente titletrack e che da sola vale l’acquisto dell’album “…sorry, democracy is changing…”), momenti buoni ma perfettibili (la danzettosa Intellect in vero Youth style; Pilgrimage in cui il lavoro di produzione sulle chitarre di Geordie andava fatto diversamente; Savage Freedom in cui la chitarra acustica non ci sta a far niente; Medicine Wheel in cui si sente la mancanza di un batterista ispirato che dia la potenza che merita al brano) e momenti così così (Lanterns in cui forse sarebbe stato meglio lasciare la sola chitarra acustica, ma è la struttura del brano che non mi convince; Another Bloody Election forse il pezzo più punk di tutta la carriera della band inglese e proprio per questo andava reso più snello, più corto ed eliminata la chitarra acustica).
Democracy ha un altro merito tra l’altro, cioè quello di aver reso ancor più evidente il lavoro di ricerca sonora che Geordie fa in ogni disco, riascoltateli tutti uno dietro l’altro e sentirete come in ogni album c’è qualcosa di diverso nelle sue chitarre. Nel caso di Democracy fu l’utilizzo anche della chitarra acustica, però in maniera troppo massiva e non sempre ben equilibrata infatti lo stesso Geordie si lamentò del risultato ottenuto che non lo soddisfaceva appieno.
Dopo Democracy i Killing Joke si presero una pausa di ben sette anni per seguire i propri progetti personali, pausa che a qualcuno li fece pensare come spacciati e che invece ci restituì nel 2003 un gruppo con gli artigli belli affilati e più incattivito che mai….. ma questa è un altra storia.
Mario (dicembre 2010)
Tracklist:
1.”Savage Freedom”
2.”Democracy”
3.”Prozac People”
4.”Lanterns”
5.”Aeon”
6.”Pilgrimage”
7.”Intellect”
8.”Medicine Wheel”
9.”Absent Friends”
10.”Another Bloody Election”
2005 CD reissue bonus track
11.”Democracy” (The Russian Tundra Mix)
Max
Mario