Kinnara – Intervista

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Tra i migliori interpreti della musica di Fabrizio De Andrè in Italia i Kinnara, il cui nome prende spunto da personaggi della mitologia indiana, si sono formati alla fine del 2001.

Paolo Pardini e Giovanni Bianchini, ottimi musicisti e amici di vecchia data, hanno sentito “l’obbligo” e il dovere di fare un omaggio a Fabrizio De Andrè e con l’aiuto di Sergio, memoria storica deandreiana e fratello maggiore di Paolo, sono riusciti in poco tempo a creare un gruppo omogeneo, che, pur avendo all’interno musicisti di diverse estrazioni, tutti provenienti dalla provincia di Lucca, è riuscito ad entrare nello spirito e nella poetica del grande cantautore genovese.

Nel 2002 cominciano le prime poche uscite, con favorevolissima accoglienza di pubblico e di critica, proseguite negli anni a seguire sempre più numerose.

Per quanto riguarda la loro produzione discografica, hanno pubblicato nel 2005 un CD, “Il disordine dei sogni” ormai esaurito, interamente dedicato a Fabrizio De Andrè, con dieci canzoni registrate in studio e due pezzi live mentre da poco è uscito un album, “11 Gennaio ‘09”, n cui il cantante dei Kinnara Paolo Pardini e il violinista Jan Rafael Tvrdy reinterpretano, con insolito spirito filologico, dieci brani del grande poeta e musicista ligure.

Sergio Pardini e i Kinnara stessi hanno voluto rispondere ad alcune mie domande.

Quindi senza perdere altro tempo lascio a loro la parola!

 

Miusika: Per chi non vi conoscesse potete presentarvi? In due parole chi sono i Kinnara?

 

Kinnara: I Kinnara in realtà non sono un gruppo chiuso ma un progetto che cerca di portare in giro, dove è possibile, la musica cosiddetta d’autore, definizione che non amo ma che rende l’idea, ed in particolare le parole e gli arrangiamenti delle canzoni di Fabrizio De Andrè.

Vari musicisti, anzi suonatori, musicista è altro, si sono alternati in questa realtà, alcuni essendo presenti solo in varie situazioni, altri compiendo un cammino più lungo e omogeneo con la band, ma sempre tutti rispettando lo spirito del gruppo.

L’unico membro fisso resta Paolo, il cantante, la cui simbiosi vocale con Fabrizio penso sia “colpa” mia, fratello molto più grande di lui, che lo “costringeva”, a quattro anni, ad addormentarsi con “Fila la lana” o “Il re fa rullare i tamburi” se non con “la guerra di Piero

Il nome Kinnara è mia colpa o mio merito chissà.

 

Miusika: Dalla famosa festa di Liberazione in cui nel 2001 Paolo Pardini e Giovanni Bianchini ebbero l’idea di esibirsi suonando canzoni di De Andrè dando così origine al primo nucleo dei Kinnara come si è evoluta la formazione del gruppo?

 

Kinnara: Il gruppo iniziale, quasi sperimentale, di cui mi prendo la responsabilità di aver collaborato alla creazione, era composto da soli quattro elementi, oltre ai citati Paolo e Giovanni, c’erano Roberto Baccelli, pianista classico, e Massimo Martinelli chitarrista – bassista autodidatta.

Furono una decina i concerti in un paio di anni, la prima “jam session” di prova fu all’inizio del 2001 e il primo concerto nel giugno dello stesso anno.

Poi per varie ragioni Massimo e Roberto non furono più in grado di partecipare assiduamente quindi subentrarono Tiziano Bonelli, chitarrista di estrazione rock, Massimiliano Grasso, fisarmonica del gruppo Esterina ex Apeiron, Gabriele Boschi, flauto diplomato al conservatorio e Alessio Previtera, bassista.

Nel corso degli anni poi si sono alternate varie coriste, Sara, Monica, India e Samuela.

Questa formazione è rimasta simile fino al 2007, quando Massimiliano e Giovanni per impegni con gli Esterina, uscita del loro primo CD e concerti successivi, e Alessio per problemi di lavoro, hanno lasciato il posto a Cristiana Cattani, basso, Alessandro Matteucci, batteria, e Andrea Garibaldi, tastiere.

Tutti questi cambiamenti non hanno però influito sugli arrangiamenti già preparati e studiati in precedenza, ogni nuovo arrivato ha aggiunto semmai il proprio talento e la propria cultura musicale.

Probabilmente in futuro potranno avvicendarsi o integrare con noi ancora altri “suonatori”.

Ah! Io, Sergio, il rispondente, continuo ad esserci, memoria storica Deandreiana e critico attento alle prove, per troppa benevolenza definito direttore artistico del gruppo, o anche con dolcezza “grande vecchio”.

 

Miusika: Dopo una quasi decennale attività di cover band di Fabrizio De Andrè che vi ha portato numerosi consensi, visto le indubbie capacità vocali e musicali del gruppo non avete mai pensato di proporre, magari affiancandole alle canzoni del grande cantautore genovese, vostre produzioni originali?

 

Kinnara: In alcuni concerti proponiamo pezzi originali, scritti da me e da Paolo, di solito due o al massimo tre, che hanno avuto anche buon riscontro e apprezzamento da parte del pubblico.

Senza peccare di modestia, è nostra intenzione di aggiungere o cambiare di volta in volta questi brani scegliendo quelli più adatti tra i molti che abbiamo “nel cassetto” da tempo.

 

Miusika: È da poco uscito, dopo “Il disordine dei sogni” del 2005 ormai esaurito, un CD, “11 Gennaio 09”, in cui il cantante dei Kinnara Paolo Pardini e il violinista Jan Rafael Tvrdy reinterpretano dieci pezzi del grande poeta e musicista Fabrizio De Andrè.

Potreste spiegare a coloro che non sono pratici della biografia di De Andrè perché avete usato questa data come titolo dell’album?

 

Kinnara: Il primo CD aveva come titolo una frase estrapolata dall’intro de “La canzone del maggio”, …cantavano il disordine dei sogni i cuccioli del maggio era normale… il secondo ricorda una data più triste, il decennale della scomparsa di Fabrizio.

Il 13 gennaio 1999 ero a Genova ai suoi funerali, l’Ave Maria in sardo riempì il piazzale della chiesa all’uscita della bara, e fu un momento…

 

Miusika: Fabrizio De Andrè è stato considerato una sorta di punto di riferimento culturale per i giovani di quaranta anni fa, pensate che il suo messaggio sia ancora attuale?

 

Kinnara: De Andrè non ha mai parlato di mandare messaggi particolari, …io non ho nessuna verità assoluta, spero solo di avervi dato qualche piccola emozione….

Come si fa a non ritenere attuali, il rispetto degli umili e dei cosiddetti diversi, l’odio per qualsiasi forma di violenza o di guerra, il non rincorrere sempre e comunque, a qualsiasi prezzo, solo il profitto,

Lo conosciamo bene

il vostro finto progresso

il vostro comandamento

ama il consumo come te stesso

e se lo avete osservato

fino ad assolvere chi ci ha sparato

verremo ancora alle vostre porte

e grideremo ancora più forte

voi non avete fermato il vento

gli fate solo perdere tempo,

voi non avete fermato il vento

gli fate solo perdere tempo.

(testo inedito delle Canzone del Maggio)

come non si può ancora amare la sua poesia che è anche d’amore perché no,

non ti ho detto mai niente e tu aspettavi,

ti volevo compagna di viaggio,

ma il timore di urtarti e l’imbarazzo di un età da naufragio,

mi chiusero la voce”

 

Miusika: La cosa che colpisce di più nel sentirvi suonare sono gli arrangiamenti estremamente moderni che accompagnano testi scritti, in alcuni casi, oltre trent’anni fa.

Con questa considerazione colgo l’occasione per porre due domande.

Chi si occupa all’interno del gruppo della parte musicale?

Non pensate poi che questo commento musicale, estremamente movimentato, possa sviare l’ascoltatore dalla comprensione dei testi che per De Andrè, che affermava “La canzone è un testo cantato, poi la musica può esser più o meno bella, tanto meglio se è bella, ma deve accordarsi soprattutto con il testo”, sembrano essere parte fondamentale della sua poetica?

 

Kinnara: La scelta di arrangiamenti più moderni, ma mi permetto di dire originali, in quasi tutti i pezzi, kinnariani, è proprio dovuta al fatto che il nostro intento era di attirare anche le giovani generazioni, coinvolgendole prima musicalmente, in modo che poi potessero anche riflettere sui testi e sulle parole.

Nel gruppo non c’è un addetto agli arrangiamenti è un lavoro collettivo, anche se devo dire che Massimiliano agli inizi è stato “geniale” in molte canzoni.

Poi che Fabrizio non pensasse anche alla parte musicale è da discutere, si sa che lui personalmente ha scritto non molte parti musicali delle sue canzoni, se non agli inizi della sua carriera, poi ha sempre avuto e si è scelto, collaboratori di grandissimo livello, anche qui si manifesta il suo genio nello scegliere o trovare grandi musicisti, e ogni volta la loro musica sembrava fondersi magicamente con i testi , da Bubola a Fossati, da De Gregori a Nicola Piovani, a Piero Milesi.

Pensando ad un giovanissimo e sconosciuto Nicola Piovani, che ha musicato “Non al denaro non all’amore né al cielo” e “Storia di un impiegato”: due LP dei primi anni settanta, oggi premio Oscar per “La vita è bella di Benigni” ci si rende conto di come Fabrizio intuisse la bravura dei suoi coautori e tenesse molto alla parte musicale.

 

Miusika: Considerando l’abbassamento della cultura media degli italiani c’è sempre molta gemete che è disposta a seguire un concerto in cui vengono riproposti brani dalla difficile comprensione per la massa?

Qual’è l’età media del vostro pubblico?

 

Kinnara: Purtroppo la tua prima affermazione è giusta, si torna al pensiero di Fabrizio, il “potere” in quanto tale preferisce una media ignoranza, mi viene in mente una canzone di Jannacci e Dario Fo, “Ho visto un re”, ….e sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam, e allora via con le veline e le notizie futili o gossip come dici tu e vendite a rate e vacanzieri allegri.

L’età media? :

I Kinnara, nella mitologia indiana, erano i musici celesti, forniti di ali per volare in cielo e allietare gli dei con la loro musica.

E se sicuramente i visitatori della Festa erano ben lungi dall’essere divini, certo è che vedere ragazze poco più che quindicenni cantare a squarciagola “Bocca di rosa” oppure “Il pescatore”, dimenticandosi che il cono fragolalimone che giace nella loro mano destra si sta mestamente sciogliendo , vicine a attempati cinquantenni con gli occhi lucidi, intrappolati dalla malinconia di “Geordie”, fa decisamente una piacevole impressione.

(da un articolo di Matteo Vacchi –Festa Nazionale Unità Genova)

 

Miusika: Passando al gossip più bieco quali pezzi di De Andrè, se ce ne sono, i Kinnara si divertono a suonare di più?

 

Kinnara: Credo che non ci sia una canzone in particolare che ci piace suonare di più, fa impressione come il pubblico, composto di giovani e “vecchi”, si emozionino con “La canzone dell’amore perduto”, quando già alle prime note del violino scappa un applauso, e poi, classico ma ancora emozionante, “La canzone di Marinella” cantata nelle strofe finali da tutti gli spettatori.

 

Miusika: Infine c’è una domanda che non vi è stata posta a cui vorreste rispondere?

 

Kinnara: Una domanda? Perché nonostante non ci siano “lauti” guadagni, il tempo per le prove e per i concerti rubati al lavoro o agli amici o alla famiglia, continuate con apparente entusiasmo?

La risposta : forse chi ci ha visto in concerto vede negli occhi dei Kinnara la gioia e il piacere di suonare insieme queste poesie musicate.

 

Poi il resto viene sempre da sé i tuoi “Aiuto” saranno ancora salvati

io mi dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati.

Saluti

 

 

 

 

Elio Marracci (agosto 2009)

 

 

1 Comments

  1. Cristiana Cattani

    Tengo a precisare che mi chiamo CRISTIANA CATTANI e non Giustina, questo è solo un soprannome…. dopo 3 anni ancora non si è capito?!
    Il basso-blues che strumento sarebbe…?!

    La “suonatrice” Giustina…. visto che i musicisti sono un’altra cosa.

    Cristiana Cattani

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