Dopo un paio d’anni («Mercurial Behaviour», esordio sempre con la più longeva – e migliore – etichetta al mondo di musica estrema e non-canonica, la Cold Meat Industry di Mr Karmanik) i cagliaritani Medusa’s Spell tornano con il concept album «Last X Hours», dedicato alle streghe.
Dall’intro ambient ci troviamo subito tra le atmosfere cupe, ma che da un certo punto di vista trovo positive e soffusamente speranzose, che ormai caratterizza i Medusa’s Spell: e se si è in grado di riconoscere un gruppo sin dalle prime note, vuol dire che il passo maggiore – ossia la ricerca di carattere e personalità – è già stato fatto, e anche bene.
E in che consiste l’elemento fondante del duo sardo?
Consiste in un’oscillazione tra le predominanti parti arpeggiate, quasi soffici e di velluto, di chitarra (ben integrate dall’ulteriore oscillazione vocale: I. lui e lei; II. recita e canto), e quelle – in sordina – in cui la melodia lascia la strada all’evocazione di suoni e rumori più propriamente ambient, al limite del rumorismo. Ciò che ne risulta, alla fine, è un’ottima commistione tra le influenze del folk-apocalittico e dell’ambient nordico (mi sono venuti in mente gli Ildfrost di «Autumn Departure», qualcosa degli Ordo Equilibrio e anche alcuni stralci del Burzum di «Daudi Baldrs»)…
Personalmente prediligo ancora il primo album, più per un gusto personale e un diverso coinvolgimento emotivo, che per eventuali difetti di «Last X Hours»: infatti, tra i due cd, notiamo comunque come il gruppo abbia acquisito una forte consapevolezza di ciò che uscirà dai proprio strumenti e dalle proprie voci: un canto di disperazione con gli occhi rivolti alla luce.
Piero Fadda (gennaio 2009)
Tracklist:
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Prelude
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Why don’t you help me?
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Black hair
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Seven hours to execution
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Six hours to execution
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Five hours to execution
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Four hours to execution
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Three hours to execution
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Grazia piena
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Execution