M’era LUNA 2008 @ Hildesheim 9-10 LUGLIO – Live Report

Il_Palco.jpg 

Cagliari 38 gradi all’ombra.

 

Hildesheim, nord della Germania, 20 gradi.

 

Ci piace sin dai primi istanti in cui mettiamo piede fuori dall’aereo questa vacanza tedesca, costruita ad hoc attorno a uno degli eventi di musica e costume più importanti della scena goth e electro in Europa: il M’era Luna, festival giunto quest’anno alla sua nona edizione.

 

Ospitato nell’area dell’aeroporto di Hildesheim, il festival M’era Luna è secondo per importanza al grande Gothic Treffen di Lipsia (quattro giorni di concerti, serate e spettacoli, una vera e propria invasione in nero che paralizza completamente la città); il programma dei concerti è estremamente vario, con band dal gothic rock al metal fino all’elettronica più estrema; l’organizzazione è praticamente impeccabile (come è ovvio in terra tedesca), non una pecca nell’intera programmazione. Se in più ci mettiamo lo shopping (tra stands musicali, abbigliamento, accessori), il divertimento, i due parties notturni con dj set, e l’enorme favolosa vetrina di immaginario estetico in cui si trasforma l’intera area, allora si capisce perché il festival attira ogni anno oltre ventimila persone che arrivano da tutta Europa e non solo.

 

A partire dalle 11 del mattino e fino a mezzanotte sui due palchi dell’area (uno all’aperto, e uno, più piccolo, all’interno di un hangar) si alternano vecchi e nuovi nomi della scena per un programma che riesce a soddisfare tutti i gusti, con veterani della scena e progetti quasi agli esordi.

 

FRONT 242, FIELDS OF THE NEPHILIM, NEW MODEL ARMY, VNV NATION, APOPTYGMA BERZERK, ASP, PARADISE LOST, DAF, HOCICO, UNHEILIG, MOONSPELL, SAMAEL, MESH, TANZWUT, COMBICHRIST, RED LORRY YELLOW LORRY, LACRIMAS PROFUNDERE, SALTATIO MORTIS, THE VISION BLEAK, CHRISTIAN DEATH, EPICA, EISBRECHER, ELEGANT MACHINERY, BLITZKID, THE OTHER, AGONOIZE, CINEMA STRANGE, FRANK THE BAPTIST, KLIMT 1918, THE LEGENDARY PINK DOTS, PAINBASTARD, ORDO ROSARIUS EQUILIBRIO, RABENSCHREY, END OF GREEN, ELIS, DELAIN, REFLEXION, DIN (A) TOD, IRFAN

 

 

 

ALCUNE IMPRESSIONI SUI CONCERTI…

 

Tralasciando di recensire bands che non hanno nulla a che fare coi nostri gusti, eccone alcune tra quelle che ci hanno colpito maggiormente, nel bene e nel male.

 

Din_a_Tod.jpgDIN (A) TOD:
dal vivo sono freschi e agili come su cd, una perfetta ed equilibrata armonia tra la classica scuola dark degli anni ’80 e un tocco di electro che attualizza il suono rendendolo ballabile e contemporaneo. Oscuri quanto basta per essere amati dai traditional goth quanto dai cultori dell’ebm i DIN (A) TOD, trio berlinese, si rivelano piacevoli ed efficaci.

 

Hocico_3.jpgHOCICO:
Preceduti da un lungo intro dal sapore rituale con danze e maschere tradizionali, Racso e Erk, duo messicano votato all’harsh ebm più cattivo danno l’assalto al palco del M’era Luna facendo piovere sulla folla incredibilmente stipata nell’hangar una catena di bombe devastante. Molto della produzione recente ed attuale ma senza dimenticare hit che hanno fatto breccia nel cuore dei fans come “bloodshed” e “where angel’s don’t sing”.
Grandiosi.

 

APOPTYGMA BERZERK:
Grande professionalità e forza dinamica per la band norvegese, di recente apprezzata anche al grande pubblico grazie a una virata verso suoni decisamente meno electro e più rockeggianti. “In this togheter” seguita da “Deep red” e “Non stop violence” dilatate nella dimensione live sono hits intramontabili che assumono sfumature quasi epiche cantate a squarciagola dalla folla in delirio. Promossi a pieni voti.

 

COMBICHRIST:
Andy La Plegua, carismatico frontman della band inglese, riesce a trascinare il pubblico in uno show divertente e scatenato. Canta, balla, recita e gioca col pubblico e con il suo tastierista al quale finisce per sottrarre parte delle apparecchiature costringendolo ad inseguirlo tra assurde gimcane. Forte e sicuro incita la gente che canta a squarciagola “electrohead”, “this shit you’ll fuck you up”, “blut royale” e molte altre canzoni che hanno reso i COMBICHRIST quello che sono. Ironico e divertente ma molto accurato da un punto di vista strettamente musicale il loro show è promosso a pieni voti.

 

Tanzwut.jpgTANZWUT:
Come dire, l’orgoglio nazionale. Sono le superstar della serata, scatenati protagonisti che trascinano la folla in danze e cori sfrenati manco fossimo all’Oktober Fest. Il loro gothic rock teutonico non mi fa impazzire ma devo ammettere che rimango ipnotizzata dai due suonatori di cornamusa, esagerati nelle loro creste e borchie e face-painting che si lanciano in agili balletti e giravolte perfettamente in sincronia, segno di un attento studio coreografico alla Franco Miseria. Divertenti, originali, riescono a trasformare il concerto in una festa che coinvolge e trascina tutto il pubblico.

 

CHRISTIAN DEATH:
Esagerati. Sapevamo che i Christian Death nella formazione di Valor non erano proprio un esempio di sobrietà, raffinatezza ed eleganza. Ma non ci aspettavamo scenografia in stile bordello, volgarità a palate, stereotipi in dark style usati e strausati (rose rosse sanguinanti, veli banchi e neri che pendono lacerati dal soffitto). Sulla musica niente da dire, il suono Christian Death è sempre quello, piace o meno ma i musicisti sono ineccepibili. Ma suvvia, avete cinquant’anni, basta con mossette pelviche e cosce al vento. Non avete una famiglia a casa che vi aspetta?

 

Painbastard_2.jpgPAINBASTARD:
Il menù della nuova scena harsch ebm ormai è sempre quello: macchina-tastiera-batteria elettronica-basi-campionamenti nelle mani di un solo uomo che in genere preferisce restare nella tranquillità di una seconda fila, e palcoscenico affidato a un cantante-agitatore in abbigliamento militare o cyber, con il difficile compito di animare la folla ed evitare l’effetto karaoke che è dietro l’angolo. I Painbastard rispettano il copione ma superano a pieni voti la dura prova live. La loro musica è pestata al punto giusto, suoni industriali e distorsioni vocali come se piovessero, e il pubblico è in delirio. F

 

Ordo_Rosarius_Equilibrio.jpgORDO ROSARIUS EQUILIBRIO:
Ci avevano parlato di una band che dal vivo delude nella sua staticità e monotonia. Niente di più sbagliato, gli Ordo Rosarius Equilibrio, uno dei nomi di punta dell’etichetta svedese Cold Meat Industry, se pure non si lanciano in danze sfrenate sono comunque coinvolgenti e ipnotici, e il live è impreziosito da percussioni e strumenti classici suonati dal vivo.

 

FRONT 242:
Siamo davanti a un evento vero e proprio, i belgi Front 242, padri fondatori della scena elettro body music sulle scene dal 1982, hanno l’onore di chiudere la prima serata. Si parte con i brani dell’ultimo “Moments”, che dimostrano come la band abbia saputo evolversi senza rimanere ancorata al passato cogliendo le importanti trasformazioni della tecnologia dall’analogico al digitale che negli ultimi vent’anni hanno segnato la produzione musicale. Carismatici e potenti come pochi, i Front 242 ripercorrono in due ore di concerto un’intera carriera fatta di sperimentazione, ricerca sonora, fatica e sudore nel puro stile ebm.
Grandiosi.

 

 

 

EINTSCHULDIGUNG

 

La Germania è famosa per l’organizzazione e la precisione impeccabili. Ma non ci si rende conto dei livelli di perfezione finché non si assiste a un evento del genere: due giorni di concerti DAF.jpgsu due palchi diversi, per circa quaranta gruppi programmati in orari stabiliti, e non un ritardo, non un solo problema tecnico. Una sola volta capita che, uscendo dall’hangar alla fine di un concerto, si crei una ressa da panico, con centinaia di persone a cui manca l’aria che spingono e urlano: appena fuori, sorridiamo dello scampato pericolo dicendoci che in fondo neanche loro sono perfetti. Neanche a dirlo, in due minuti si tirano su un paio di transenne che ripartiscono l’uscita e l’entrata e rendono il flusso delle persone veloce e scorrevole.

 

Fiumi di birra scorrono nei due giorni del festival, dove lo sponsor ufficiale è la Becks e nell’area è vietatissimo introdurre acqua (se non appositamente nascosta tra maglioni e ombrelli in borsa, sperando che riesca a sfuggire ai severissimi controlli all’ingresso… manco stessi trafficando armi o droga… ). Eppure i tedeschi, che tracannano pinte dalla mattina presto, non si scompongono, non diventano molesti, non si lasciano andare al delirio dell’ebrezza. Né una rissa, neppure un battibecco tra le migliaia di persone stipate nell’area del festival. Polizia? Agenti di sicurezza? Neanche l’ombra. I tedeschi sono semplicemente educati e civili, abituati a convivere serenamente senza rompere l’anima al prossimo. Quelli che proprio non ce la possono fare, si accasciano silenziosamente sul prato e dormono un tranquillo sonno alcolico.

 

E l’area del concerto? Ventimila persone che mangiano e bevono all’aperto, e neanche una carta o un bicchiere in terra. Semplice, quando riporti bicchieri o bottiglie vuote, i bar di tutta la Germania ti restituiscono un euro. E la spazzatura? Che domande, si lascia nelle buste di plastica che vengono gentilmente fornite all’ingresso, dietro una caparra di cinque euro. Quando esci butti la spazzatura, e ti restituiscono i soldini.

 

Zente_1.jpgPer non parlare dell’educazione nei modi. Pogo sotto il palco con danze scatenate, e anche i giovanotti teutonici più grossi e cattivi (i famosi “armadi ebm”, si veda la voce nel paragrafo LOOK PARADE) riescono a non urtare il vicino. In Sardegna partirebbe in zero secondi una rissa al suono di “cosa è??? Là ghe ti insegno io a stare al tuo posto!!!”. I Tedeschi al minimo sfiorarti ti guardano, sorridono e ti dicono candidamente “Eintschuldigung”. Non si può non amarli. F

 

 

 

LOOK PARADE

 

Zente_3.jpgSe nella scorsa edizione le bands in calendario avendo un suono marcatamente elettronico avevano attratto molti più cyber, techno dark e simili, in quest’edizione invece un preponderante ritorno al nero ha caratterizzato la folla del M’era Luna di Hildesheim.

 

Un nero variegato ma decisamente massiccio, con poche concessioni al colore, con trionfo di gonne e pantaloni carichi di catene, borchie e anelli come neanche nella miglior ferramenta di quartiere.

 

Zente_6.jpgDal jurassic dark nostalgico dei bei tempi andati in stivaletti a punta e capelli frisè agli eccessi del death rock: vestiti di stracci, rasature, creste che sfidano il cielo con basette, profusione di croci, rosari da fare invidia al Vaticano, ossa e teschi.

 

Non mancano mai le infermiere come chi sfida l’igiene intima girando completamente nuda in mezzo al fango e alla terra… forse i due look sono complementari mi viene da pensare… in caso di infezione.

 

Zente_4.jpgAnche un discreto ritorno ai pizzi e ai merletti: dame d’altri tempi perfette in ogni dettaglio di cui non posso che ammirare il coraggio, la scomodità del luogo infatti è tutt’altro che adatta a strati di tulle, strascichi e gorgere… ma i tedeschi sono tosti e non si intimidiscono davanti a niente. Ne sanno qualcosa le schiave al guinzaglio tenute da due omoni cyber che pascolavano serenamente a quattro zampe in giro per l’hangar (non proprio pulitissimo). La presenza di headliner come Front 242 e DAF ha garantito una massiccia presenza della meglio gioventù teutonica e non solo che sfoggia muscoli e creste dalle forme studiate da ingegneri e architetti del Reich e che si lancia in danze tanto frenetiche quanto composte, come rispondesse ad eleganti e robotici comandi.

 

Zente_5.jpgIl pubblico tedesco vede molte lolite fuori taglia, molti angeli di 2 mt per 100 kg di peso, molte fatine e farfalline fluorescenti scappate dal set di remake di Per Pan. Molto in voga anche improbabili miscugli di tessuti e colori senza alcuna attenzione per gli abbinamenti.

 

Bende negli occhi, sangue finto, orecchie appartenenti a varie specie animali, mascherine cyborg e goggles tra gli accessori preferiti dal popolo del m’era luna, insieme naturalmente a tonnellate di extensions per capelli: dreadlocks, cyberloxx, foam, plastic etc. Anche diverse e oscene parrucche hanno calcato il suolo completate da corna, minuscoli cappellini con veletta, maschere della morte e luci natalizie. Come dire massima libertà e definitiva fuga dallo stereotipo che vuole il dark omologato a uno stile preciso e per forza trucido e triste, Zente_7.jpgal contrario quello che emerge da occasioni come queste è la grande vitalità di una scena piena di contraddizioni e di opposti, ma in fondo simile ad ogni altra, dove creatività, banalità, buono e cattivo gusto si mescolano indissolubilmente.

 

Insomma anche questa volta un vero carnevale danzante… tutto sommato piacevole anche nelle sue esagerazioni estetiche/antiestetiche… perché i gusti son gusti e al mondo ci stiamo tutti meglio che possiamo, no?

 

 

 

 

Francesca Mulas & Giacomo Pisano (agosto 2008)

 

Pic by Revenant & Venefica

 

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