I Ministri sono il classico esempio in cui la caparbietà è lo spirito di sacrificio pagano.
Il terzetto Milanese, salito alla ribalta con il disco d’esordio “I soldi sono finiti” a cui allegavano polemicamente in copertina un euro vero, tornano sul mercato discografico con un concept album ispirato alla situazione politico/economica dell’Italia, che ha assunto ora più che mai i caratteri grotteschi della Repubblica di Bananas tanto cara a Woody Allen.
“Tempi Bui” è un disco che funziona perfettamente: come quei motori Fiat degli Anni 70 la band non va mai a vuoto, sparando a zero su tutto questo teatrino italico, dove la tradizionale maschera di Pulcinella è sostituita da quella di Flavio Briatore e il burattinaio da quella figura di cui è meglio che non si parli.
Il disco è diretto, veloce e con testi fulminanti che sottolineano ancora una volta quanto la band, scusatemi il francesismo, si sia rotta il culo sui palchi di tutt’Italia, isole comprese. Testi impegnati, e questo è un altro punto a favore dei ragazzi: in un periodo di torpore culturale come questo, testi come “Bevo”, oppure “Vicenza (la voglio anche io una base A)” sono veramente una manna dal cielo.
“Tempi Bui” è la summa di tutti quei generi che hanno fatto la fortuna degli Anni 80 e 90: dal post-punk dei Joy Division, alla furia cieca degli Slipknot, senza tralasciare la melodia malata tipica del Grunge che ha fatto di Seattle la capitale negli anni 90 della musica mondiale e scusate se è poco.
La tanto attesa nuova generazione di band italiane passa da band proprio come i Ministri, Fratelli Calafuria e Damien….. è naturale che dopo i soldi sono finiti vengano tempi bui del resto…..
Andrea Murgia (marzo 2009)
tracklist:
01 Tempi bui
02 Bevo
03 Il futuro è una trappola
04 La faccia di Briatore
05 Il bel canto
06 La casa brucia
07 Diritto al tetto
08 Berlino 3
09 E se poi si spegne tutto
10 Vicenza (La voglio anche io una base A)
11 Ballata del lavoro interinale
Signoreffe