Ahhh il Plastique, che bel localino, unico nel suo genere!
Arrivi e subito noti che l’organizzazione e la praticità sono simili a quella “della casa che rende folli” delle dodici fatiche di Asterix, quelle del lasciapassare A38 insomma, per prendere una consumazione devi fare dei giri che considerare inutili sarebbe un eufemismo.
Non mi sono meravigliato quando, giorni dopo, un personaggio s’è presentato davanti alla porta del locale con un fucile a canne mozze: sicuramente era un cliente abituale ormai stanco di fare giri stupidi per prendersi una birra o per la mancanza di carta igienica nel bagno, anche ad inizio serata.
Tralasciamo questo piccolo sfogo e parliamo della musica, vera protagonista della serata.
I Plasma Expander sono ormai una realtà affermata nel panorama sardo e non, la loro miscela esplosiva di rock, blues e kraut-rock li rende appetibili anche ad un pubblico profano, però come anche ai grandi gruppi capita, i Plasma incappano in una serata non brillantissima, riuscendo a far vedere solo a sprazzi le loro enormi potenzialità.
I brani nuovi non reggono il confronto con le tracce dell’omonimo esordio su Wallace Rec., e il contributo del nuovo bassista risulta a volte poco più che sufficiente.
Sicuramente verrò smentito al prossimo concerto, ma dai Plasma Expander sinceramente mi aspettavo qualcosa in più.
Terminato il loro set salgono sul palco i mascherati OVO, questa sera in formazione ridotta a solo due elementi. Definire imbarazzante la prova del duo, mi sembra poco e continuare ad un utilizzare espedienti triti e ritriti mi sembra oltre che scontato superfluo. I brani (brani?) suonati sono privi di idee, stanchi e a tratti cacofonici, non basta a volte alzare il volume degli strumenti o urlare frasi sconnesse ad un microfono per essere alternativi.
Hanno il merito però di avere un fonico fantastico e dallo sguardo spiritato che è riuscito nell’impresa di essere più inquietante della band, pur non essendo mascherato.
Bocciati in pieno.
Andrea Murgia (giugno 2009)