Non vi è dubbio che uno dei fattori più interessanti del novo rock sia, tra gli altri, quello dell’eterogeneità dei singers dal punto di vista dello “stile”. Voci magari non dotatissime dal punto di vista tecnico (che è proprio quello che non si chiede a questa musica) e non proprio versatili ma molto personali nel registro, nell’attitudine e notevoli in quanto a creatività. Tra quelle da autentico esaurimento nervoso ve ne sono due imbattibili: quella di David Thomas dei Pere Ubu (“attenti a non farvi avvolgere dalle spire malefiche di questa musica infernale” era stato il leggendario monito di Claudio Sorge all’ epoca di “The Modern dance”) e quella di Johnny–il marcio–Lydon dei Public Image Ltd., in grado con “The metal box” di scoraggiare qualsiasi psicoanalista che avesse l’ intenzione di indagare sul tono catartico di “Albatross” o su quello paranoico-schizofrenico di “Swan Lake”.
In attesa quindi del prossimo terzo album dei Public Image Ltd. previsto per la prossima Primavera (*), è la curiosità di sentire come diavolo canta Johnny Lydon dal vivo che ci costringe a far mettere le mani nel portafoglio a mamma e papà fin che si può.
“Paris au printemps” appaga questa curiosità nonostante una scaletta non proprio esaltante ed un suono quasi asettico e freddo che una sala iper-cool di Parigi amplifica fino a rendere stranianti tutti i pezzi. Questa strana atmosfera in cui sguazza soprattutto Keith Levene, chitarrista più discolo (anche se meno dotato) di Mc Geoch e Gill è il tratto più affascinante di un disco che nulla toglie e nulla aggiunge ai PIL in attesa del fatidico terzo album.
(*) Si intende la Primavera del 1981.
Anto (1980)
Tracks:
Side 1: Theme / Psalmodie (Chant) / Precipitamment (Careering)
Side 2: Sale Bebe (Bad Baby) / La Vie Ignoble (Low Life) / Attaque (Attack) / Timbres De Pop (Poptones)
Componenti:
Vox – John Lydon
Guitar/Synth – Keith Levene
Bass – Jah Wobble
Drums – Martin Atkins