Ci sono album ed artisti che riescono a colpirci lasciandoci però al contempo un senso d’incompiuto o non perfettamente riuscito.
Quando questo avviene è chiaro che entra pesantemente in gioco, più del solito, il nostro gusto personale. Per cui una cosa che può piacere ad uno, tipo dei riff di chitarra o dei pattern della batteria ecc ecc, può non piacere ad un altro.
Mi sono trovato in questa condizione con l’album Fallin’ off disaster dei Rivelardes.
La band bresciana ci propone un punk che si muove tra punk melodico, power pop e surf punk, con in più anche qualche eco di scuola Clash, distribuito su 14 pezzi ben strutturati che vanno come orologi svizzeri senza alcuna sbavatura, ben suonati e prodotti a dovere con scelte di suoni e variazioni ineccepibili. Potenzialmente Fallin’ off disaster potrebbe essere candidato ad album punk melodico del 2010.
Ma?
Ma qui entra fortemente in gioco il gusto personale. Non me ne voglia Fede, cantante e seconda chitarra dei Riverlardes, perché nonostante delle linee vocali gradevoli e alcuni testi più o meno interessanti (solo in Inglese purtroppo) il timbro della sua voce proprio non mi piace. Mi rendo perfettamente conto che non si tratta di un giudizio oggettivo ma solo ed esclusivamente soggettivo, però rimane il fatto che tranne in alcuni momenti dove spinge di meno e canta su tonalità medie la sua voce, intesa come timbro non come espressività, non riesce a colpirmi se non in senso negativo.
Peccato.
Peccato perché come detto prima i brani musicalmente sono buoni (anche se un pizzico di cattiveria, di critica sociale e di irriverenza in più soprattutto nei testi non ci sarebbe stata male, visto che almeno dalle foto i nostri sembrerebbero guardare oltre che ai Green Day sia ai Clash che ai Sex Pistols e che questi anni ’10 cominciano preoccupantemente a somigliare alla fine dei ’70), con alcuni passaggi molto belli che fanno vedere ulteriori possibili evoluzioni del sound dei Rivelardes.
In conclusione Fallin’ off disaster è un album che mi ha convinto dal punto di vista strumentale, compositivo e la relativa parte produttiva; non mi ha convinto invece del tutto dal punto di vista vocale, dei testi e sulla scelte di produzione legate alla voce. Tuttavia ciò è chiaramente legato al mio gusto personale, pertanto v’invito a dare una chance ai Rivelardes, perché non è detto che ciò che non è piaciuto a me non debba piacere a Voi.
Mario (marzo 2010)
Tracklist:
01. Live in a mirror
02. Endless again
03. Kelly surgery
04. Ice bleeding
05. Up to now
06. Juliet
07. Stay away
08. Memories of you
09. Don’t forget you
10. Out of me
11. 16 years ago
12. No one understand you
13. Movin’on
14. Miss your eyes