Diciamo la verità, ci si avvicina ad un film “musicale” con una certa dose di diffidenza.
Anche perché si parla dei Rolling Stones, ma degli Stones “attuali”; quindi è legittimo farsi degli scrupoli.
Cosa avranno ancora da dire questi quattro signori?
Però a guardar bene il regista è Martin Scorsese, è poi, insomma, lasciamo da parte gli snobismi e i falsi scrupoli son sempre gli Stones!
Diamine è un bel film.
Documenta un paio di date del “A Bigger Band” tenutesi al Beacon Theatre di New York.
Il film si apre con Scorsese che cerca, in tutti i modi, di avere, se non proprio la scaletta dei brani in programma, almeno un’idea; così, giusto per scegliere come riprendere la cosa.
Ma niente da fare, Jagger, eterno dispettoso non lascia trapelare nulla; anzi è molto divertito nel vedere la tensione salire in Marty (Scorsese così come la chiama lui).
Si aprono le danze! E sono gli STONES !!!
Jagger, indemoniato in continuo movimento, Richards, con quella sigaretta che gli pende di sbieco dalla bocca, Wood, furiosamente elettrico, Watts, ascetico e impassibile dietro ai tamburi.
La scaletta è un’omaggio al blues delle origini; non mancano alcuni dei più grandi classici.
Ma per questo film è il blues più sanguigno a farla da padrone.
E gli Stones sanno cosa stanno suonando.
Posso permettersi anche di farsi annunciare dal neo-sessantenne ex-presidente Clinton.
Ed è veramente uno spasso vedere l’ex primo ministro della Polonia, salutare con reverenza uno Jagger alquanto divertito.
Non mancano gli ospiti, naturalmente.
C’è Buddy Guy, al quale Richards fa portar via la sua chitarra; Jack Withe (White Stripes) che, impacciato e imbarazzato, suona con lo sguardo di chi stà pensando “O mio Dio, ma questi sono gli Stones! E io sto suonando con loro!”.
C’è spazio anche per Cristina Aguilera; di bianco vestita, splendente e sicura.
Scorrono i pezzi; poi le luci diventano rosse e, sappiamo cosa ci aspetta!
I’m pleased to meet you. Sbuca tra i fumi il nostro demonio preferito.
E’ Simpathy for the devil. Bella, gronda sangue dalle sei corde del dinamico duo Richards–Wood.
Si chiude con Satisfaction; poi via “passami la vestaglia”, verso il camerino.
La soggettiva segue un’ideale percorso che porta fuori dal teatro dove c’è ad aspettarci un radioso Scorsese: “su, su, su!” e la telecamera decolla verso il cielo nero di New York che, poi, risplende ai nostri piedi.
Brillano le luci a New York, brillano ancora gli Stones.
Grazie, arrivederci e buonanotte.
STAKANOV (aprile 2008)