Dopo la dipartite di Claudisa Deheza, gli School of Seven Bells tornano con il terzo disco Ghostory, concept album che racconta la storia di una ragazza la cui vita è influenzata dalla presenza dei fantasmi.
Il loro dream pop (meno dreamy dei lavori precedenti, ma sempre etereo e sognante) è ricco di elementi elettronici, echi ambient e sonorità anni ’80, e riesce ad essere accattivante ed enigmatico al tempo stesso. L’album si apre con il primo singolo estratto “The night”, in cui la new-wave fa da padrona, mentre la seconda traccia “Love plays” ricorda più la dubcore degli Aucan. “Lafaye” è il brano più elettronico di tutto il disco, ma suona banale e piatta, mentre la successiva “Low times” ha una base electro più fresca e originale che a tratti suona quasi rock, anche se la durata di 6 minuti e 30 secondi può stancare. A smorzare i toni ci pensa la ballata dreamy “Reappear”, avvolgente e soffice, piena di emozioni come invece non è “Show me love”, sempre lenta e sognante ma non così significativa. Le ultime tre tracce sono leggermente discordanti dal resto dell’album: “Scavenger” è un mix di pop, elettronica e sonorità oscure, mentre più rock sono “White wind” e “When you sing”, che però risultano essere tra i migliori brani di questo Ghostory.
Nel complesso, Ghostory risulta leggero e di facile ascolto: forse ci si aspettava qualcosa in più, essendo già il loro terzo lavoro, ma se consideriamo che è stato registrato durante il tour… beh, direi che anche senza Claudia, gli School of Seven Bells ci sanno fare.
Aspettiamo un quarto album più impegnativo, ma nel frattempo: complimenti! Voto: 7.5
Elena Antolini (Marzo 2012)