SNAKEFINGER “Greener postures” (1980)

SNAKEFINGER_Greener_postures.jpgSi può comprare un disco dopo aver ascoltato un solo pezzo? Negli ultimi tempi (*) direi di proprio di si!

A me è capitato piuttosto spesso quest’anno con la schiera degli esordienti Wave (specie inglesi) e, da ultimo, con Snakefinger, misterioso personaggio della Bay ‘Underground’ Area (incide per la Ralph Records) nell’orbita dei Residents (di cui si mormora sia componente a tutti gli effetti).

Sono rimasto fulminato in particolare dall’ascolto di The man in the dark sedan una specie di reggato suonato al piccolo trotto ed irresistibile nel giro di basso che sembra quasi voler evocare il ragionar superiore di una rana intelligente. Il titolo non c’entra niente e la Dark Sedan è un automobile di colore scuro, ma l’atmosfera del pezzo, non so perché, mi riconduce nello stesso stagno dove gracidavano le Frogs degli AMon Duul II.

Greener postures” è il secondo album (il primo si chiama “Chewing hides the sound”) di Snakefinger ed è uno dei dischi più stimolanti, curiosi ed originali del 1980. Pieno zeppo di idee brillanti e concettualmente superiori, qualitativamente omogeneo ed interessante nei suoni (specie in quelli della chitarra dello stesso Snakefinger), con all’attivo almeno altri due capolavori (Save me from Dali e Living in vain), il secondo disco di Snakefinger ha il pregio di divertire ed incuriosire al punto da rendere fortissima la tentazione di rimetterlo sul giradischi e riascoltarlo.

 

(*) Si fa riferimento al 1981 anno di prima stesura di questa recensione

 

 

Anto (1981-2007)

 

 

 

 

Tracks:

1. Golden Goat
2. Don’t Lie
3. The Man In The Dark Sedan
4. I Come From The Island
5. Jungle Princess
6. Trashing All The Loves Of History
7. Save Me From Dali
8. Living In Vain
9. The Picture Makers VS. Children Of The Sea

 

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